il caso
«C'è un problemino all'Asl di Lucca»
Le telefonate del presidente della Regione agli atti dell’inchiesta sul maxi deficit. La corsa a ripianare i debiti delle aziende. Non solo il buco di Massa nelle telefonate di Rossi. «Così funziona il sistema sanità in Toscana»
il caso
«C'è un problemino all'Asl di Lucca»
Le telefonate del presidente della Regione agli atti dell’inchiesta sul maxi deficit. La corsa a ripianare i debiti delle aziende. Non solo il buco di Massa nelle telefonate di Rossi. «Così funziona il sistema sanità in Toscana»
MASSA — Il nome del governatore Enrico Rossi compare in un’informativa della Guardia di Finanza. È un rapporto finito agli atti dell’inchiesta sul buco di oltre 400 milioni all’Asl di Massa e disponibile alle parti dal mese di agosto scorso. È in quelle pagine che compaiono le prime intercettazioni del presidente della Regione Toscana, che nei giorni scorsi ha ricevuto un avviso di garanzia firmato dal procuratore Aldo Giubilaro e dal sostituto Alberto Dello Iacono. C’è molto, in quelle pagine. C’è soprattutto uno spaccato di come, a detta degli inquirenti, veniva gestito il cosìdetto «sistema della sanità» in Toscana. Un esempio su tutti è l’intercettazione del 24 maggio 2012: sono le 22,15 e i finanzieri del Comando provinciale di Massa hanno appena terminato di fare le acquisizioni presso la Regione Toscana.
Neppure 48 ore prima la Guardia di Finanza ha arrestato l’ex direttore amministrativo dell’Asl di Massa Ermanno Giannetti e i due ex direttori generali Alessandro Scarafuggi e Antonio Delvino (che saranno poi rimessi in libertà dal Tribunale del Riesame di Genova). È un momento delicato, dunque, quando un consigliere del presidente (al momento non indagato) chiama Rossi e gli dice: «C’è qualche problemino a Lucca, Enrico». Rossi chiede: «Eh?». L’interlocutore spiega meglio: «Nei vecchi bilanci (omissis, nome di un dirigente locale, ndr), per tappare i buchi, per portarli a zero...». Il governatore commenta: «Ehm...». L’altro continua: «Gli avanzi dei fondi dei dipendenti non li metteva a debito, ma li metteva a copertura del disavanzo sul bilancio». Rossi ribatte: «Sì, va beh ragazzi e vuol dire che non si pagano i dipendenti...». L’altro commenta: «Ora domattina sento..». Il governatore fa una pausa: «E riprende l’ansia... cioè stiamo attenti, ecco». Il consigliere lo interrompe: «Io ho detto a lui...». Rossi tira dritto nel suo ragionamento: «Visto che nel mondo venga tutta la magistratura, governano loro, carabinieri accanto a ogni dipendente pubblico... Da dove ti viene questa notizia?». La risposta non cambia: «È venuta da (omissis, ndr)». Rossi conclude: «È venuta da (omissis, ndr), ecco vuol dire che ci stiamo cominciando a c... addosso». Probabilmente è uno sfogo, anche se per la Finanza questa telefonata rappresenta una conferma di quanto, nel giugno scorso, Ermanno Giannetti, difeso dall’avvocato Franco Perfetti, ha cominciato a mettere a verbale in Procura durante gli interrogatori che chiamano in ballo il governatore Rossi. In altre parole questa telefonata è un riferimento preciso a quanto ha detto Giannetti «a proposito del sistematico occultamento di perdite dei bilanci di esercizio dell’Asl di Massa, imposto e condiviso dalla Regione Toscana».
Ma quello di Lucca non è l’unico passaggio che riguarda i conti delle Asl della nostra regione. Ci sono infatti anche altre telefonate che toccano le aziende ospedaliere di Pistoia come pure di Grosseto ma anche di Firenze. Telefonate che la magistratura di Massa ha intenzione di «stralciare», vale a dire consegnare, alle varie Procure competenti che quindi potrebbero — in via del tutto ipotetica — volerci veder chiaro su ogni singola gestione finanziaria di ogni Asl della provincia. Un altro esempio, in tal senso, riguarda l’Asl di Pistoia dove la società Kmpg nel 2011 certifica un ulteriore buco di 7 milioni rispetto ai 13 già emersi. Nelle parole intercettate tra il governatore Rossi e un altro assessore della Regione, non indagato, spunta un’altra circostanza. L’assessore spiega al presidente che, una volta venuti a conoscenza dei 7 milioni in rosso, «noi ci incazzammo e facemmo riaprire il bilancio. (...) Perché non si poteva. C’era una lettera del Kpmg che diceva che mancavano sette milioni...». A Massa intanto le indagini continuano: ci sono quattro persone iscritte sul registro degli indagati. «Ma vi pare — ha dichiarato Rossi — che se fossi stato responsabile dell’occultamento della spesa avrei ordinato prima la verifica e poi la certificazione del bilancio e successivamente sarei corso a sporgere denuncia alla Procura e alla Corte dei Conti?».
03 dicembre 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA
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