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universita'

«O riaprite la mensa, o la riapriamo noi»

Si allungano i tempi di apertura della mensa universitaria di Sant’Apollonia, mentre finisce la pazienza degli iscritti di Lettere e Filosofia

Si allungano i tempi di apertura della mensa universitaria di Sant’Apollonia, mentre finisce la pazienza degli iscritti di Lettere e Filosofia che frequentano le sedi di via San Gallo, Piazza Brunelleschi e via degli Alfani, abituali consumatori – vista la vicinanza – della storica mensa di via Santa Reparata. La mensa è chiusa dal 1 luglio, e nonostante a fine settembre – data d’avvio di lavori d’intervento sulle perdite d’acqua che rischiavano di rovinare i sottostanti locali, risalenti al 1400 – l’azienda avesse previsto la riapertura il 7 gennaio, i tempi si sono invece allungati. I Collettivi hanno dato appuntamento a tutti gli studenti per il 13 febbraio, diffondendo invito tramite i social network e volantini: «Il 13 febbraio la mensa riapre. O la riaprono loro, o la riapriamo noi».

In realtà il 13 inizierà il montaggio delle attrezzature per la produzione e la distribuzione dei pasti, che richiederà ancora qualche giorno, prima della riapertura definitiva– salvo imprevisti – fissata per lunedì 20 febbraio. Lo stato di agitazione (e disagio) manifestato dagli studenti ha spinto così l’Azienda per il Diritto allo Studio della Regione Toscana (Ardsu), che gestisce il servizio di ristorazione per gli universitari fiorentini, ad informare pubblicamente gli studenti – sul proprio sito internet e sulla pagina di Facebook – che «i lavori di pavimentazione della mensa sono in corso di completamento».

Un sopralluogo sarà invece fatto venerdì mattina, anche alla presenza degli stessi collettivi: «Capiamo il disagio degli studenti e ci dispiace, ma durante i lavori della ditta incaricata sono sopraggiunte complicazioni, a cui si sono aggiunti successivamente ritardi sulle consegne a causa della neve» spiega il presidente del’Ardsu Marco Moretti, che come ultima scadenza per la consegna dei lavori aveva fissato proprio il 9 febbraio. La neve ha poi “congelato” l’ultimatum. «Stiamo valutando con gli uffici la possibilità di aprire qualche giorno prima del 20, distribuendo magari pasti caldi anche senza che la struttura funzioni a pieno regime» spiega Moretti, per una soluzione di gran lunga migliore della colazione a sacco che dai primi di ottobre sostituisce il servizio mensa, mentre in riferimento al volantino a firma dei Collettivi (che parteciperanno comunque al sopralluogo di venerdì) aggiunge: «Siamo un paese democratico e per fortuna ciascuno può dire ciò che vuole, ma certi toni andrebbero evitati perché certamente non aiutano il dialogo».

Gaetano Cervone
09 febbraio 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA

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