Milano, 21 dicembre 2010 - 16:44

«La calza? E' la gamba che si veste»

Emilio Cavallini, imprenditore di San Miniato (Pisa) è il padre della calza contemporanea. Ora esce un libro su di lui che ne racconta la storia e gli aneddoti

di Laura Antonini

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Dagli anni Settanta è un'istituzione nel settore della calzetteria. Emilio Cavallini, imprenditore di San Miniato (Pisa) è il padre della calza contemporanea emancipata da accessorio intimo a vero e proprio abito della gamba. Dagli anni Settanta la sua creatività ha trasformato e condizionato il modo di apparire di generazioni di donne, felici di vestire con unicità quella parte del corpo che la nuova moda voleva ri-scoprire. Non è un caso se tra i primi stilisti a credere nel suo prodotto figuri proprio quella Mary Quant inventrice della minigonna. A distanza di quasi cinquant'anni dal debutto forte di una produzione annuale di 4 milioni di calze distribuite in tutto il mondo (da Londra a New York), e collaborazioni con i più importanti stilisti e fashion designer (da Dior a Celine e da Balenciaga a Gucci) Emilio Cavallini da imprenditore si è scoperto anche artista.

Lo documenta il libro «Emilio Cavallini» (a cura di Benedetta Barzini, edizioni Skira) appena uscito anche America e in Italia a fine novembre (i fiorentini hanno avuto modo di apprezzarlo in anteprima durante Florens 2010). «Ho scelto Firenze per il lancio in anteprima del mio libro – racconta Cavallini – approfittando della prima edizione della Settimana dei Beni culturali e ambientali, una manifestazione che ben si sposa con il mio progetto artistico». Il volume testimonia così l'attenzione del creativo ad una delle sue grandi passioni, l'Arte, a cui si dedica realizzando installazioni e oggetti di design che sfruttano come materia prima la calza. Dopo aver tratto per anni ispirazione nella creazione del prodotto calza, dalla tavolozza dei colori neon della pop art dai tagli di Lucio Fontana come dai disegni periodici in bianco e nero dell'olandese Esher, Emilio Cavallini da ora sfogo alla sua verve creativa dipingendo con il pennello della calza un suo nuovo universo. Le calze vengono attorcigliate, dipanate, spese su enormi pannelli o fatte indossare da gambe in plexiglass o polistiloro in perfomance uniche.

«Da sempre appassionato all'arte e alla matematica, alla sintassi dell’architettura – spiega Cavallini al Corriere Fiorentino.it (in partenza per New York dove vive quando non è a Firenze ndr) - ho intrapreso questa strada dopo aver deciso di organizzare nella mia azienda (la Stilnovo) alcune sale come archivio privato. «Archivio che – spiega – mi piacerebbe con il tempo trasformare in un ambiente -museo aperto al pubblico». Un lavoro minuzioso per cercare di catalogare l'immensa produzione di anni di lavoro hanno così aperto una nuova strada alla inesauribile voglia di fare dell'imprenditore-artista. «Ho iniziato a rubricare le mie calze, creando stanze tematiche a seconda della stagione creativa. La stanza del bianco e nero e quella dei pois; l'idea dell'archivio ha quindi ceduto il passo alla voglia di creare. Da qui la decisione di costruire con la 'materia' accumulata negli anni qualcosa di nuovo». Le opere che sono venute fuori (a Febbraio Cavallini è stato invitato a partecipare alla Triennale di Milano) sono quadri e oggetti di design dove la calza si fa strumento e opera allo stesso tempo. Lavori evocativi e, malgrado l'estrema concretezza della materia, astratti diventano così protagonisti del libro che lungi dall'essere un catalogo si presenta come un volume d'arte.

Una pubblicazione da sfogliare, guardare e leggere per avventurarsi in quel percorso armonioso nel mondo dell'arte con incursioni nella scienza, nella geometria e nella matematica, che da sempre guidano e ispirano il lavoro di Cavallini. Un libro d’artista arricchito da testi di critici del calibro di Sergio Risaliti, Yuri Primarosa, Laura Cherubini e Silvia Pegoraro, è avvolto in un’originale confezione. Una calza nera con tagli alla Fontana veste infatti il volume. «La calza è il corpo – spiega Cavallini - l'idea di rivestire il libro è così per far intuire le potenzialità di questa fantastica struttura che si può adattare a tutto».

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