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Di notte Livorno dice olè!

Al via Effetto Venezia, nel segno della Spagna. Cavalleria Rusticana in piazza, galà di danza con Maggio e Scala. Sabato la Notte Bianca

LIVORNO - Il rito si ripete instancabile da 25 anni. Effetto Venezia festeggia le nozze d'argento con il popolo livornese e con i non moltissimi turisti che la frequentano. E' la festa di Livorno e per chi non l'avesse mai assaporata dal vivo il titolo deriva dal suo motore: il quartiere seicentesco della Venezia, una delle cose più belle della città nonostante le bombe degli Alleati e la ricostruzione postbellica stile cultura sovietica. La Venezia è un rione sull'acqua dei fossi medicei, dedali straordinari che offrono al visitatore e pure al nativo un effetto particolare, a volte simile qualche calle minore del capoluogo veneto, intriso però di quella spiritaccio livornese, l'assoluto salmastrato.

Dopo un quarto di secolo Effetto Venezia, che quando fu lanciata riuscì effettivamente a spezzare il nichilismo culturale della città, adesso è in crisi. O meglio si ripete, come un eterno ritorno, in modo simile, scontato: la solita inaugurazione con effetti speciali, ballerini e sfere volanti, i concertini (spesso pessimi) per le vie, le bancarelle, qualche spettacolo minore, i fuochi d'artificio finali, le trattorie "der mangia e bevi" e così via. Quest'anno, giura l'organizzazione, le cose dovrebbero cambiare e puntare decise a un certo rinnovamento. La festa è dedicata alla Spagna, o meglio a tutta la Penisola Iberica. Si aprirà ufficialmente sabato in contemporanea con la notte bianca e l'apertura del nuovo Acquario (che però è alla Terrazza Mascagni, sul lungomare, a un paio di chilometri di distanza) e con un prologo il giorno prima con il Palio dell'Antenna, ovvero una gara remiera che culmina con un'arrampicata su un pennone stile albero della cuccagna.

Gli spettacoli saranno 108. Numero elevatissimo anche se, ovviamente, la qualità non sarà eccelsa. Però, tra una bancarella e l'altra, un croccante e uno zucchero filato, una birra e un quartino di vino, sarà possibile assistere a qualche lieto evento. Come il concerto in notturna con musiche spagnole del 31 luglio, il galà di danza del 1° agosto con alcuni danzatori della Scala di Milano. Da segnalare, giovedì 5 agosto, le arie portoghesi con Teresa Salgueiro e il Solis Strin Quartet. Da non perdere Malasuerte (6 agosto) che si annuncia come una rivisitazione dei personaggi livornesi che hanno dovuto fare a pugni con la realtà cittadina. Molti, purtroppo: dall'immenso Amedeo Modigliani (ancora oggi snobbato dalla sua città) al genialoide Piero Ciampi. Domenica 8 agosto, nella ex piazza del mercatino americano (Piazza XX settembre) serata con Cavalleria Rusticana di Mascagni. Che a Livorno è come il 5 e 5 (pane e torta) ma comunque è sempre musica immortale. Si parlava di rinnovamento.

Nuovi di zecca sono l'assessore alla Cultura e il direttore artistico. L'assessore si chiama Mario Tredici, è un ex giornalista del Tirreno, un tipo tosto, intelligente, culturalmente sopra la media, (i detrattori dicono che è un ex comunista poco fantasioso ma non è vero) che capisce di comunicazione. Ha dovuto affrontare un apparato burocratico che da sempre penalizza e limita la città ed Effetto sarà la sua prova del nove. La seconda new entry, il direttore artistico, è Mario Menicagli, ottimo violinista e organizzatore di eventi, patron di una scuola musicale, già vincitore con Mike Bongiorno di un quiz a premi. Un tipo coraggioso, che ama sperimentare. Ha già detto che punterà al rinnovamento e cercherà di spendere al meglio i non pochi 450 mila euro del budget. L'aver puntato subito sulla Cavalleria di Mascagni non appare una rivoluzione, però le basi ci sono tutte per fare un'edizione decente e pensare a un futuro più moderno. Magari con meno eventi ma di maggiore spessore. Olè.

Marco Gasperetti
29 luglio 2010(ultima modifica: 02 agosto 2010)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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