Milano, 18 giugno 2012 - 19:52

Ricci, passerella agli Uffizi coi Masai

Una tribù africana improvvisa una danza nel bel mezzo del museo. Defilee su un lungo tappeto rosso

di Ludovica Valentina Zarrilli

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FIRENZE - Una tribù africana che improvvisa una danza nel bel mezzo di un museo, chi l'avrebbe mai detto. Invece succede a Firenze, per la precisione agli Uffizi, dove ha preso vita la sfilata preziosa firmata da Stefano Ricci per i primi quarant'anni della maison. Il corridoio di ponente del museo fiorentino è stato trasformato per un giorno (lunedì, giornata di chiusura al pubblico) nel proscenio di un defilee che ha visto muoversi su un lungo tappeto rosso uomini dandy che strizzano l'occhio al gusto made in Usa del secolo scorso, a metà strada tra Hemingway e Francis Scott Fitzgerald, nei loro completi chiari abbinati ad accessori preziosi dai colori brillanti.

Spirito coloniale per il secondo momento della sfilata che ha visto passeggiare fianco a fianco i fisici statuari dei Masai, con tanto di lance e costumi tradizionali, e i modelli di Ricci, con sahariane rigorosamente color sabbia che ricordano le atmosfere polverose e romantiche de La mia Africa. «I colori e le atmosfere africane hanno ispirato il mio lavoro per quarant'anni – ha spiegato Ricci – e questo è il mio modo per rendergli omaggio». «Negli anni ho imparato che il vero lusso sta nelle cose semplici: i Masai sono una tribù semplice, un popolo di nomadi che vive di caccia rimanendo fedele alle proprie tradizioni, che non abbandona mai il proprio gregge. Penso che anche i nostri politici dovrebbero prendere esempio da loro: dovrebbero prendersi più cura del loro gregge». Designer e fautore di un abbigliamento basato su materiali di altissimo pregio, Stefano Ricci ha voluto mostrare ai suoi ospiti il meglio della produzione «made in Florence, fatta da maestranze locali, nelle quali continuo a credere moltissimo».

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Tra gli ospiti delle due sfilate gemelle – una alle 18 e una alle 20 – anche i «colleghi» Roberto e Eva Cavalli, Ermanno Scervino, Patrizia Pepe, Wanda Ferragamo e poi il sindaco Matteo Renzi e la sovrintendente al polo museale fiorentino Cristina Acidini (Grande assente il direttore del museo Antonio Natali, impegnato nella presentazione della mostra dedicata al gotico), insieme ad uno stuolo di clienti danarosi arrivati per l'occasione dai cinque continenti, molti dei quali hanno dovuto ripiegare sull'aeroporto di Pisa per «parcheggiare» il loro jet privato. Spettacolare anche l'after show, con una cena per pochi intimi approntata sulla terrazza degli Uffizi dallo staff dell'enoteca Pinchiorri (nella carta firmata da Annie Feolde: crema di pomodoro crudo con mozzarella di bufala e basilico, crespella alla fiorentina con salsa al Parmigiano reggiano e pinoli tostati e quaglia farcita ai funghi porcini con fagioli al fiasco), durante la quale è stato presentato anche il vino «Stefano Ricci», appositamente selezionato da Giorgio Pinchiorri. Da non dimenticare il contributo della maison, che in cambio dell'ospitalità agli Uffizi, ha finanziato la nuova illuminazione al led della Loggia dei Lanzi (50mila euro di investimento), che stasera alle 23:30 verrà accesa nella sua nuova veste .

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