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sport & musica

«Il rock è morto, tutti fanno elettronica»

Così il cantante Piero Pelù dei Litfiba, che ha presentato il nuovo tour. «Si salverà grazie alla rete». Poi, come tifoso della Fiorentina: «Sono molto preoccupato, non tanto per i risultati quanto per il gioco, che non esiste»

FIRENZE - «Il rock è morto, è tornato nelle cantine perchè i giovani si sono dimenticati del blues e le nuove tendenze vanno tutte verso l’elettronica», ma si salverà grazie «al potere della Rete che, tra i tanti difetti, ha il vantaggio di consentire ai ragazzini di trovare e conoscere tutto il repertorio delle vecchie band come noi, e di correre ai loro concerti magari insieme ai loro genitori di 50 anni». Parola dei «risorti» Litfiba, Piero Pelù e Ghigo Renzulli, che, nell’anno della reunion (e degli ottimi incassi del relativo disco live «Stato libero di Litfiba»), si preparano ad affrontare il loro terzo tour.

Otto date, già quasi tutte sold out, come è stato spiegato nell’ambito della presentazione della turneè (Tenuta da Pelù e Renzulli insieme al loro primo manager, Bruno Casini), con partenza il 20 da Torino (altre tappe 22 a Milano, 24 Trento, 27 Jesolo, 29 Rimini, 1 dicembre Firenze, 3 dicembre Perugia, 6 dicembre incursione svizzera a Lugano), e in prospettiva, ha anticipato Pelù, un tour «europeo che prenderà avvio nella primavera del 2011 e toccherà tutte le capitali del continente»; in più c’è in cantiere il nuovo, atteso disco, che «arriverà - hanno rassicurato sia Piero che Ghigo - senz’altro nel 2012, e, se ce la facciamo, forse anche prima». Una tourneè, quella in procinto di decollare, come le precedenti nel segno del glorioso passato dei dischi arrabbiati degli anni ’90, con un occhio agli esordi new wave degli ’80: pezzi forti delle scalette saranno «le canzoni di El Diablo, Terremoto e Spirito, ma anche - ha rivelato Piero - alcune perle dei primi dischi, pezzi che non suoniamo da più di vent’anni, come ad esempio Louisiana». Una scelta che è anche politica: «riascoltando quei brani di 15 anni fa, ci rendiamo conto che i testi di critica sociale sono ancora di estrema attualità, e questo è male, perchè significa che in tutto questo tempo non è cambiato niente» spiega Ghigo.

Non ci saranno invece tentennamenti o cedimenti verso il pop, solo «rock allo stato puro», promettono i due: dunque, niente pezzi da «Infinito», l’ultimo album della band prima dello split di fine anni ’90, quello più morbido, commerciale e baciato dal successo di vendita, e anche la mela della discordia, in seguito al quale si era consumata la rottura dentro il gruppo. «Forse riproporremo qualcosa negli anni a venire» rinvia Piero. I Litfiba non dicono no nemmeno a tornare in tv, dopo la recente puntata a X Factor. «Non siamo certo dei talebani del rock’n’roll: bisogna però che non si tratti di format eccessivamente trash e ci venga data la possibilità di suonare live, senza elettronica o basi registrate: altrimenti nulla», mette paletti Piero. Perchè l’elettronica in musica, almeno a sentire loro, è la grande nemica del rock.

Ma non di sola musica parla Pelù. Il suo primo pensiero va alla Fiorentina. «Sono molto preoccupato, non tanto per i risultati quanto per il gioco, che non esiste». Così il cantante, grande tifoso della Fiorentina, ha parlato della situazione della squadra viola con i giornalisti a margine della presentazione del nuovo tour. Pelù che, scherzando, ha definito i Litfiba «più motivati di Mihajlovic», ha anche rivelato di «non farcela» proprio ad andare allo stadio a vedere le partite dei viola. «Sono ancora troppo prandelliano», ha continuato in tono ironico.

E poi, la politica. «I rottamatori sono una buona idea di Renzi: certo, doveva essere realizzata 15 anni fa, però, di fatto, Matteo è stato il primo a dirlo, quindi meno male». Nell’incontro Pelù ha anche criticato gli enti locali sul tema della realizzazione del sottopasso Av a Firenze. «Attualmente non mi sta piacendo la posizione delle amministrazioni cittadina, provinciale e regionale riguardo al sottopasso fiorentino dell’Alta velocità - ha detto Pelù - Già nel ’92 quando facevo parte dei comitati contro la Tav sull’Appennino - ha spiegato - abbiamo dimostrato che tutto quello che era stato detto dagli ambientalisti rompicoglioni, cioè che le falde acquifere sarebbero state prosciugate e che ci sarebbero stati dei danni ambientali enormi, era vero, e tutti quei danni sono stati puntualmente riscontrati». «Vediamo ora - ha aggiunto riferendosi direttamente all’intervento per il tunnel sotto Firenze - se i danni che vengono pronosticati riusciranno a rovinare la nostra città».


16 novembre 2010(ultima modifica: 17 novembre 2010)

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