LIVORNO

Un tuffo nell'elettronica
Ecco Italia Wave

Elettronica, reggae, indie-rock e artisti di primo pianocome Underworld, Groove Armada, Faithless, Daniele Silvestri con l’Orchestra di Piazza Vittori. Fino a domenica

Tuffo-concerto-tuffo. Trenta metri, e cinque minuti dal mare, e sei subito su uno dei palchi di Italia Wave, a Livorno fino a domenica. Si potrebbe racchiudere in quest’immagine la filosofia di vita, di festa e socialità che da anni fa del festival il paese dei balocchi numero uno per gli amanti della musica intesa come cultura della condivisione. E poi il campeggio e le sue feste, cinema, incontri, solidarietà, i grandi concerti allo Stadio Picchi. Tutto declinato nella filosofia del fondatore e direttore artistico Mauro Valenti che fin dal titolo, «Italia Wave Love Festival», intende proporre «una rassegna che non sia di cassetta ma sappia veicolare messaggi positivi». Insomma, come la chiama lui, «una riserva rossa» rispetto a ciò che il mercato vorrebbe imporre per tentare «di rilanciare modi di pensare che non sono incentivati ogni giorno dai canali ufficiali».

Elettronica, reggae, indie-rock e artisti di primo piano come Underworld, Groove Armada, Faithless, Daniele Silvestri con l’Orchestra di Piazza Vittorio, Ok Go, Editors e il figlio del reggae Julian Marley e grandi talenti emergenti del cantautorato nostrano Brunori Sas e Mannarino, ma c’è l’atmosfera, il mare, la voglia di vivere un festival che è sempre il Re dei Festival a prescindere dai nomi in cartellone e che anche quest’anno ha messo sul piatto del mese più rock dell’anno un carico da cento e passa eventi. «In un contesto grigio i colori della musica aiutano a dipingere un mondo più accogliente e solidale». Così il nuovo assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti ha salutato il suo primo «Italia Wave». Forse, più che cercare i beniamini di quel genere o quell’altro, è più interessante andare a curiosare tra gli eventi insoliti e che possono riservare sorprese. Uno di questi è sicuramente il complesso che fonde hip-hop e tradizione araba degli I-Voice, nel giorno d’apertura: è un gruppo fatto di profughi palestinesi che vivono in un campo di rifugiati in Libano e che sono privi di passaporto, e per questo la loro esibizione è ancora in forse. Hanno ribattezzato la loro musica «Trap» con la T del Tarab e che si aggancia al rap. Poi ci sarà un gruppo metà francese emetà iracheno, imigliori elementi della nuova scena di Bogotà. Questa edizione ha una marcia prevalentemente elettronica e reggae anche a causa dell’omaggio-accoglienza al Rototom Sunsplash, festival «fratello» friulano, «fuggito in Spagna a causa del cambio di governo regionale che ha visto prevalere la cultura leghista» che non vede di buon occhio le atmosfere jamaicane, come spiega lo stesso Valenti.

La prima sera allo Stadio è dedicata al progetto Medwave incentrato sugli incontri, sonori e non, del Mediterraneo ed è a ingresso gratuito. Si esibiranno i Toxic Tuna, poi gli I-Voice, gli spagnoli La Kinky Beat, i franco-algerini Amazigh, la marocchina Hindi Zahra, e infine il progetto di Daniele Silvestri con la multiforme e multietnica Orchestra di Piazza Vittorio. Morale della love-favola, sorride il direttore artistico, «anche un rumore in più è sempre meglio del silenzio che porta alla solitudine e a diventare ostili verso gli altri».

Edoardo Semmola
21 luglio 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA