LA RASSEGNA

Firenze e India, unite dal cinema

Torna River to River - Florence Indian Film Festival, nella sua undicesima edizione, dedicato al poeta, filosofo e scrittore Rabindranath Tagore

Il forte legame che unisce Firenze all'India passa anche dal cinema. Ogni anno il «rito» si ripete e così dal 2 all'8 dicembre, al cinema Odeon, torna il «River to River - Florence Indian Film Festival». Giunto all'undicesima edizione e diretto da Selvaggia Velo, quello che è il primo festival al mondo totalmente dedicato al cinema indiano e ai film sull’India, quest'anno dedicherà un omaggio al poeta, filosofo e scrittore Rabindranath Tagore (1861-1941), il primo non europeo a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, nel 1913.

Fu proprio mettendo in scena alcuni dei suoi scritti che il più grande regista indiano di sempre, Satyajit Ray, realizzò film importanti come «Hungry Stones», la storia di uomo che va a vivere in una casa stregata e si innamora del fantasma che la abita, o «Three Daughters», un adattamento per il grande schermo di tre racconti di Tagore, oppure ancora «The Home and the World», che affronta un tema molto caro al regista, quello dell’emancipazione della donna.

A completare la retrospettiva sarà il documentario sulla vita del Premio Nobel: «Rabindranath Tagore», diretto nel 1961 ancora da Satyajit Ray. Tra i numerosi film in programma molti i titoli da non perdere, a partire dal film d'apertura, «Chaplin» di Anindo Bandopadhyay, interpretato magistralmente dall'attore teatrale Rudranil Ghosh; ispirato alla vita di Charlie Chaplin, il film trasporta lo spettatore in un’atmosfera magica, raccontando l’odissea di un uomo che nella lotta per la sopravvivenza quotidiana non abbandona mai il desiderio di diventare famoso grazie al proprio talento di attore. «Speak», del regista pakistano Shoaib Mansoor, racconta invece la storia di un padre che deve lottare ogni giorno per mantenere i suoi sei figli; la povertà però non è il problema più grave: le donne della famiglia dovranno fare i conti con la violenza, l'intolleranza e pregiudizi ben più terribili.

«Asshole», film-scandalo all'ultimo Festival di Berlino, diretto da un regista che si nasconde dietro il curioso pseudonimo “Q”, racconta la storia di un ventenne che odia la sua vita e la madre, e sfoga nel rap la rabbia per la propria misera esistenza; con l’amico autista di rikshaw entra in un mondo di violenza, droghe e pornografia. Realtà, finzione, sogno e allucinazioni si confondono in un film che rappresenta una parte ancora poco conosciuta dell’India di oggi. Di tutt'altro tono è «Snow» di Rohan Fernando, in cui la protagonista Parvati - in seguito alla catastrofe dello tsunami che spazza via la sua famiglia - lascia il villaggio dove abita nello Sri Lanka e si trasferisce dai parenti in Canada, dove inizierà una nuova vita. Per gli amanti di Bollywwod c'è infine «Zindagi Na Milegi Dobara», diretto dalla giovane Zoya Akhtar e campione di incassi al boxoffice indiano con un cast di giovani star: un on the road scoppiettante e divertente, pieno di colori e numeri musicali.

Marco Luceri
01 dicembre 2011(ultima modifica: 02 dicembre 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA