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I ragazzi stanno bene

La regista americana sceglie di raccontare la storia di una famiglia atipica trattandola come se fosse perfettamente «normale»

I RAGAZZI STANNO BENE

Regia: Lisa Cholodenko Interpreti: Annette Bening, Julianne Moore, Mark Ruffallo Sceneggiatura: Lisa Cholodenko, Stuart Blumberg Fotografia: Igor Jadue-Lillo Musica: Carter Burwell Montaggio: Jeffrey Werner Scenografia: Julie Berghoff Costumi: Marie Claire Hannan Produzione: Plum Pictures Distribuzione: Lucky Red USA, 2010, 104'

In Toscana è in queste sale: Firenze: Flora, Odeon, Uci Cinemas; Arezzo: Eden; Campi Bisenzio (FI): Uci Cinemas; Chiusi (SI): Clev Village; Livorno: 4 Mori; Prato: Eden; Scandicci (FI): Cabiria.

Arriva nelle sale un'originale e accattivante commedia made in USA. Al centro di I ragazzi stanno bene di Lisa Cholodenko vi sono le burrascose vicende di una famiglia non convenzionale: la coppia di genitori è costituita da due mamme lesbiche, Nic (Annette Bening) e Jules (Julianne Moore), con a carico due figli, Joni e Laser, concepiti in provetta con lo stesso uomo (Mark Ruffallo), che però i ragazzi non hanno mai conosciuto. Un giorno Laser chiede a sua sorella di aiutarlo: ha il desiderio di conoscere finalmente il padre naturale e lei, che ha appena raggiunto la maggiore età, può farne richiesta formale. Joni non ne sente il bisogno, ma decide di accontentare il fratello e insieme lo vanno a trovare. Paul, proprietario di un ristorante bio-organico, si rivelerà ben presto un uomo decisamente strano e imprevedibile, che ne combinerà di tutti i colori, portando scompiglio nei rapporti tra le due madri e tra esse e i figli.

La regista americana sceglie di raccontare la storia di una famiglia atipica da un inedito punto di vista: non cercando di esaltare la scelta di una vita anticonvenzionale, ma trattandola come se fosse perfettamente «normale». In tal modo la Cholodenko evita di cadere nei prevedibili clichés del cinema queer, rappresentando una coppia di genitori alle prese con i problemi quotidiani di tutti: le incomprensioni sentimentali tra loro, l'educazione dei figli nei difficili anni dell'adolescenza, le disparità lavorative, la necessità di non sentirsi soli. Grazie a una sceneggiatura forte, capace di alternare momenti di pura comicità a sequenze drammatiche, il film prende velocemente spessore, grazie anche all'ottima prova delle due attrici protagoniste (Bening e Mooore), che non hanno nessun timore a mostrare le proprie rughe (al contrario di Mark Ruffallo, troppo chiuso nel ruolo del «bello e impossibile» e perciò un po' legnoso), a sostegno dell'irriverenza dei loro personaggi, dietro cui non si nasconde nient'altro che un disperato bisogno di affetto.

Marco Luceri
11 marzo 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA

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