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il film della settimana

One Day

Il racconto non sbava mai, si ferma sempre un attimo prima dello stereotipo e riflette sui significati più intimi dell'amore

Regia: Lone Scherfig; Interpreti: Anne Hathaway, Jim Sturgess, Patricia Clarckson; Sceneggiatura: David Nicholls; Fotografia: Benoît Delhomme; Musiche: Rachel Portman; Montaggio: Barney Pilling; Scenografia: Mark Tildesley; Costumi: Odile Dicks-Mireaux; Produzione: Color Force, Film Four, Random House Films; Distribuzione: Bim. USA, 2011, 107'

In Toscana è in queste sale: Firenze: Fiorella, Uci; Campi Bisenzio: Uci; Grosseto: The Space; Montevarchi: Cine8; Prato: Omnia Center; Sinalunga: Uci.

C'era una volta una malinconica canzone dei Beatles dal titolo «A Day in the Life», in cui le immagini slegate di un sogno aprivano le porte di un giorno che sarebbe potuto essere uguale a tanti altri e invece si rivelava unico nella vita. Potrebbe essere questa la canzone più adatta ad accompagnare la singolare love-story messa in scena da Lone Scherfig (regista danese emigrata in Inghilterra) per questo suo nuovo film, «One Day». Perché se il tempo fa da una cornice al quadro dell'esistenza, allora un giorno non può che essere una semplice, brevissima macchia di colore, eppure... Eppure può capitare che il 15 luglio del 1988 Emma Morley e Dexter Mayhew, vent'anni, appena laureati e convinti che nella vita tutto sia possibile, passino insieme una notte d'amore appassionato.

Poi le loro strade si divideranno, ma continueranno a inseguirsi per due decenni, pensandosi sempre con nostalgia e desiderio, e ogni 15 luglio si trasformerà per loro in un appuntamento speciale in cui raccontarsi le rispettive esperienze. Riusciranno a capire che il loro è vero amore? Può darsi. Intanto in mezzo ci sono vent'anni di un mondo che cambia tumultuosamente, ma che non smette mai di accarezzarli, ostacolarli, farli crescere e invecchiare. Lei la brava ragazza della porta accanto, con la passione per la scrittura, lui il figlio di papà lanciato nella tv trash, con una forte tendenza all'autodistruzione e in mezzo la realtà che entra sempre nelle loro vite come un treno in corsa: la famiglia, il lavoro, gli amici, i divertimenti e il dolore. L'equilibrio del film si gioca tutto su questa osmosi tra i due protagonisti – figure dal dichiarato gusto melò – e il garbato realismo con cui vengono descritte le loro vite: è così che il racconto non sbava mai, si ferma sempre un attimo prima dello stereotipo e riflette sui significati più intimi dell'amore con una leggerezza mai superficiale.

Se «One Day» piacerà anche a quelli che non pensano che l'amore debba necessariamente essere una cosa complicata, lo si dovrà alla buona sceneggiatura di David Nicholls, autore dell'omonimo bestseller, e alla giusta scelta degli attori, come i giovani e carini, ma – in questo caso - allergici alla banalità, Anne Hathaway e Jim Sturgess, e, naturalmente, a una regia che osserva in maniera partecipe gli strazi del cuore, mostrando quanto sia importante, in amore, accettare i propri limiti e farne tesoro, senza dimenticare che è la sincerità e non i piccoli egoismi a rendere una storia speciale. Perché anche solo un giorno può valere tutta la vita.

Marco Luceri
11 novembre 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA

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