• Ascolta
  • Sottolineando o cliccando due volte su un qualsiasi termine di questo articolo accederai alle risorse lessicali ad esso correlate
  • Riduci la dimensione del testo
  • Ingrandisci la dimensione del testo
  • Stampa questo articolo
  • Invia l'indirizzo di questa pagina via e-mail

il lutto

Addio a Gino, voce di Vecchio scarpone

È morto all'ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova, Gino Latilla, nome d'arte di Gennaro Latilla

FIRENZE - «Vecchio scarpone, quanto tempo è passato....». E di tempo per Gino Latilla, morto a Firenze a 86 anni, ne è passato veramente tanto dai successi degli anni Cinquanta che lo consacrarono tra i big della canzone. Ma quello è stato un mondo che non aveva di fatto mai abbandonato, fino a spingerlo negli anni Ottanta a formare un gruppo di vecchie glorie «Quelli di Sanremo», con Carla Boni, Nilla Pizzi e Giorgio Consolini: tutti colleghi e amici, talvolta molto di più, ai quali la sua vita era stata legata. Con Consolini aveva presentato al festival proprio «Vecchio Scarpone» e l'anno successivo, sempre con lui, lo aveva vinto con «Tutte le mamme». Quanto poi a Carla Boni e Nilla Pizzi le due ugole d'oro avevano fatto breccia nel suo cuore e viceversa.

Un «triangolo» che infiammò gli appassionati di gossip di allora. Poi Gino sposò Carla Boni, dalla quale in seguito si è separato. Ma, ha ricordato tempo fa in un'intervista l'amico Narciso Parigi, le due signore «erano amiche», nonostante qualche «piccolo screzio» poi superato. «Era un po' irrequieto» e «con le donne ha sempre avuto un rapporto difficile ma non ha mai fatto male a nessuno», dice oggi Parigi. «Eravamo legatissimi. Ho perso un amico vero», prosegue raggiunto al telefono nella sua casa di Firenze mentre è in corso Fiorentina-Bologna, la prima partita di campionato della squadra di casa tifata da entrambi. Parigi, che non si perde un incontro, non se la è sentita di andare allo stadio. E questo, per uno come lui che è l'autore dell'inno viola, non è poco. Latilla era nato a Bari, ma Firenze è sempre stata la sua città. Era cantante anche il padre, Mario, e Gino ne seguì le orme nel primo dopoguerra facendosi le ossa anche all'estero.

Nel 1952 fu assunto alla Rai: a proporlo fu il direttore d'orchestra Cinico Angelini. Forse per riparare a quello che lo stesso direttore chiamava «il mio errore», ribattezzando così proprio Latilla. Angelini non lo aveva voluto infatti ritenuto idoneo in un provino di qualche anno prima. Alla Rai Latilla, giornalista pubblicista, divenne dirigente prima a Roma e poi, appunto, a Firenze. La Rai e Sanremo: sono stati il suo mondo e la sua carriera, segnata da successi come «E la barca tornò sola», «Io sono il vento», «Timida serenata» e la «Casetta in Canada» cantata proprio con Carla Boni: un successo rinverdito dalla recente parodia di Fiorello, ispirata alle vicende della casa di Montecarlo abitata dal cognato del presidente della Camera Gianfranco Fini: «Aveva una casetta piccolina a Montecà...».

E proprio al festival Latilla aveva legato la sua ultima e sommessa polemica. «A Sanremo ho avuto tante gioie, ma anche tante delusioni. Ma francamente pagare il biglietto è per me una cosa ridicola. Dovremmo sedere nelle prime file - commentò una decina di anni fa riferendosi a quelli che come lui facevano parte della vecchia guardia - visto che noi abbiamo creato il festival».


11 settembre 2011

Non è possibile
inviare commenti
a questo articolo
Commenta la notizia CONDIVIDI LE TUE OPINIONI SU CORRIERE FIORENTINO.IT
0
Leggi tutti i commenti
Pubblicità

SERVIZI A firenze

Tutte >
VETRINApromozioni
FOTOGALLERY

Il meraviglioso volo dell’Ibis eremita

201428 settembre 2014

Piazza Duomo invasa dai cuscini

201428 settembre 2014

E la città scopre la «neve» a settembre

201428 settembre 2014
  • Seguici su Twitter e diventa nostro follower.Riceverai le notizie su Firenze in tempo reale
  • Clicca "Mi piace" e diventa nostro fan. Invia una mail con la tua foto di Firenze. Diventerà la copertina della fanpage