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IL CASO

Ambra con Bellocchio (e contro Crozza)

L'attrice romana, che debutterà al teatro Comunale di Pietrasanta nel dramma «I pugni in tasca», attacca il suo ex compagno di lavoro: «Non mi chiama più, sono delusa da lui»

PIETRASANTA - Perdere un amico. Cioè colui che si pensava potesse esistere, possibilmente per sempre, in quella specialissima e segreta riserva personale dove solamente pochi intimi e fidati hanno il diritto di trovare spazio. Perdere un amico, tra l’altro, senza sapere il perché e privi del conforto di un minimo straccio di spiegazione. L’effetto del tradimento è pungente e lascia la cicatrice. Ambra Angiolini non esita a confidare la sua pena frutto di un piccolo ma pesante tradimento consumato, ai suoi danni, da un compagno di lavoro con il quale lei immaginava di aver superato gli stretti e formali confini del rapporto professionale.

Il debutto in teatro - L’ex bimba creata da Boncompagni per "Non è la Rai" domani sera debutterà in prima nazionale nei panni di Giulia, come protagonista femminile del dramma "I pugni in tasca". Un’opera cinematografica scritta e firmata da Marco Bellocchio nella quale la generazione pre- sessantottina continua ancora a identificarsi e che, oggi, è stata rivisitata per il teatro e affidata alla regia di Stefania De Santis. Dopo la vernice, al "Comunale" di Pietrasanta, ancora una replica la sera successiva e poi, con tappa a Firenze, appuntamento a Roma. Un impegno che Ambra vive con tutta l’intensità classica per chi è consapevole di giocarsi una carta importante ad un tavolo d’eccellenza ma che, allo stesso tempo, non le impedisce di fare un breve viaggio nel suo passato prossimo dove, fatalmente, perde il suo bel sorriso.

Delusa - Ha un sasso nella scarpa. Si chiama Crozza. "Fu lui, Maurizio, a contattarmi nel 2007 e a pregarmi di partecipare come sua spalla al "Crozza live" de La 7. Accettai dopo non poche perplessità perché temevo di non essere all’altezza del ruolo. Fu un successo che, per quattro soldi ma proprio non più di quattro, replicammo insieme per altre due stagioni. Mi divertivo e imparavo. Ero orgogliosa. Soprattutto avevo stabilito dentro di me, che Crozza sarebbe stato per sempre un punto di riferimento professionale. Glielo dissi anche e lui rispose che senza la mia partecipazione quel programma non avrebbe potuto essere lo stesso. Poi, improvvisamente, il silenzio più totale. Mai più visto e né sentito Maurizio. Manco uno straccio di telefonata con la quale darmi un minimo di motivazioni per la mia estromissione. E’ ovvio che ciascuno, per quelle che sono le scelte lavorativo è libero di comportarsi come meglio crede. Ma la mia delusione è stata grande e anche dolorosa per quel che riguarda il profilo umano della vicenda. Immaginavo che Crozza, per le cose che dice e per le battaglie porta avanti, fosse un tipo diverso. Mi sento come uno di quei cittadini che si affida a determinati politici rappresentanti del popolo per poi essere abbandonato senza una ragione. Perciò provo una grande amarezza"

Marco Bernardini
13 gennaio 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA

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