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la storia

Dalla Futa all'Ariston
(perchè Sanremo è Sanremo)

Paola e Vittorio hanno un albergo che sta lì dal 1890, e che ha visto passare 5 generazioni. Ma una settimana all'anno, valige e porta-abiti, vanno in riviera per il festival. E qualche cantante lo portano fin lassù

E' la storia di due ristoratori del Passo della Futa, partiti all'insegna della riviera ligure. Destinazione l'Ariston, dove, da anni, hanno il posto prenotato nelle prime file del celebre teatro sanremese. Stesso albergo e ristorante, protagonisti dell'atmosfera sanremese, (dalla mattina a notte fonda) senza mai avvertire la stanchezza. Semplici ma eleganti, fra uno smoking e un boa di struzzo, preso in prestito in un atelier toscano Sulla SS67, la tosco/romagnola, al valico del Passo della Futa. Su quella che era l'unica strada di collegamento (prima dell'avvento dell'autostrada) fra Firenze e Bologna, il loro ristorante/albergo al Passo della Futa è lì dal 1890, fra scenari di guerra e di corse: dal ciclismo alle mille miglia. Alle pareti, le foto a corollario di queste storie di vita e di sport. Accanto, veri e propri pannelli a raccontare la storia sanremese di Paola e Vittorio Poletti. Una storia loro, parallela, appena fuori del Passo della Futa e dalla vita quotidiana, scandita dalla presenza al bar/ristorante e dai piatti della tradizione da preparare, con cordialità. Lui ex ciclista ferrarese, lei nata e vissuta lì. Instancabili. Oggi aiutati dai figli, Claudio e Carlo, non meno appassionati, che portano avanti l'attività di famiglia che ormai, si ripete da cinque generazioni.

Dismessi i grembiuli, agguantate le valigie e i portabiti per i vestiti più belli, Paola e Vittorio sono già a Sanremo. Ci staranno tutta la settimana, fra appuntamenti fissi o improvvisati, letture dei giornali locali per essere informati al meglio su ogni spostamento vip, qualche passeggiata in centro, aperitivi e interviste. Ai biglietti per l'Ariston ci pensa da anni il loro referente dell'hotel “La Pignese”, dove sono di casa (e dove lo chiamano principe, ndr) e ritrovano un tavolo prenotato per tutti i giorni di permanenza. Tante le amicizie e le simpatie incontrate in questi anni. Le partecipazioni ai programmi televisivi in diretta e i servizi sul «vivere sanremese». Non esclusa, qualche puntatina al Casinò. Anche al ristorante, dopo la trasmissione, hanno incontrato sempre tutti i protagonisti di questi ultimi vent'anni. «Tutti carini e gentili - racconta Vittorio - sempre disponibili. Una volta ci trovammo accanto a Raimondo Vianello, che mangiava da solo. Ci mettemmo a parlare... Quando seppe che eravamo della Futa, ci disse che ci era passato negli anni della guerra, al tempo della linea gotica...».

L'appuntamento nazionale, non tradisce le emozioni che ogni anno sa regalare. Questo poi, è l'anno della conduzione di Gianni Morandi e Vittorio sorride: «Lo conosciamo da anni, dice sempre che ci deve venire a trovare alla Futa, ma va sempre di fretta... lui è di un paese qui vicino, di Monghidoro e sarebbe anche di strada... La figlia Marianna invece, passa spesso». Una volta, la signora Paola si è anche commossa. «Fu quando Albano risalì sul palco dopo la scomparsa della figlia, mi ricordo che fu un'emozione fortissima, non ho potuto fare a meno di piangere». L'artista migliore? Difficile dirlo, o forse, non è questo il punto: «Son tutti bravi uguali». A loro piacciono indistintamente. La differenza la fa la riviera, la gente, un tavolo e una settimana prenotata, per una volta, lontano dal Passo della Futa.

Laura Villoresi
14 febbraio 2011(ultima modifica: 18 febbraio 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA