il film della settimana

Habemus Papam

L'ultimo film di Moretti non si sviluppa come una parabola sulla crisi della fede, ma come un lungo interrogativo sulla mancanza di senso della vita

Regia: Nanni Moretti; Interpreti: Michel Piccoli, Nanni Moretti, Margherita Buy; Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Federica Pontremoli; Fotografia: Alessandro Pesci; Musica: Franco Piersanti; Montaggio: Esmeralda Calabria; Scenografia: Paola Bizzarri; Costumi: Lina Nerli Taviani; Produzione: Sacher, Fandango, Le Pacte; Distribuzione: 01, Sacher; Italia/Francia, 2011, 104'.

In Toscana è in queste sale: Firenze: Fiorella, Flora, Fulgor, Marconi, Uci Cinemas; Arezzo: Eden; Aulla (MS): Città; Campi Bisenzio (FI): Uci Cinemas; Chiusi (SI): Clev Village; Colle Val d'Elsa (SI): Teatro del Popolo; Forte dei Marmi (LU): Nuovo Lido; Grosseto: The Space; Livorno: 4 Mori, The Space; Lucca: Centrale; Massa: Splendor; Montecatini Terme (PS): Teatro Imperiale; Montelupo (FI): Mignon; Montevarchi (AR): Cine8; Orbetello (GR): Supercinema; Pescia (PS): Splendor; Pietrasanta (LU): Comunale; Piombino (LI): Metropolitan; Pisa: Isola Verde; Pistoia: Roma; Prato: Eden, Omnia Center; Poggibonsi (SI): Garibaldi; Pontedera (PI): Cineplex; Rosignano Marittimo (LI): Castiglioncello; Santa Croce sull'Arno (PI): Lami; Scandicci (FI): Cabiria; Sesto Fiorentino (FI): Grotta; Sinalunga (SI): Uci Cinemas; Viareggio (LU): Eden; Volterra (PI): Centrale

Tra circa un mese si troverà a gareggiare con gli altri pesi massimi del cinema mondiale al Festival di Cannes; per ora, dopo tanta attesa, possiamo gustarci Habemus Papam, il nuovo film di Nanni Moretti, stavolta nei panni di uno psicanalista chiamato in Vaticano per risolvere il travaglio interiore del cardinale Melville (il veterano Michel Piccoli), appena eletto al soglio pontificio, ma subito assalito dallo sconforto e dalla depressione. In realtà il rapporto tra i due si scioglie quasi subito, perché il pontefice riesce in gran segreto a “scomparire” e a vivere alcuni giorni girovagando per le strade di Roma, assistito da un'altra psicanalista (Margherita Buy).

Con uno stile discreto e penetrante, Moretti racconta la vicenda di un uomo e della sua inadeguatezza interiore, che stride con la ritualità imponente di un potere millenario: le sequenze iniziali, le migliori del film, che raccontano l'angosciosa attesa nel conclave, la solitudine intima di ogni cardinale chiamato a una scelta sofferta, fino alla designazione del nuovo papa e alla sua mancata apparizione davanti ai fedeli in festa, hanno un impatto visivo fortissimo (ottenuto soprattutto grazie all'uso dello zoom): la cinepresa di Moretti si muove gradualmente da inquadrature sature di soggetti al vuoto oscuro e impotente. E' proprio la metafora dell'horror vacui quella che suggella il film e che gli da' quello spessore drammatico, interrotto solo sporadicamente da inserti comici (le partite a scopone scientifico e a pallavolo, tipicamente “morettiane”) e situazioni paradossali (la guardia svizzera che dietro la tenda fa finta di essere il pontefice).

L'intensità interpretativa di Michel Piccoli si riversa su un'altra importante traccia del film, quella sul significato della recitazione (il papa, attore fallito, si ritrova a contatto con una compagnia che porta in scena Il gabbiano di Cechov) e sul dilemma di saper o dover apparire qualcun altro, per poter reggere sul palcoscenico della vita. E' così che il racconto non si sviluppa come una parabola sulla crisi della fede, ma come un lungo interrogativo sulla mancanza di senso della vita e sulla tragedia interiore che essa può portare. Alla fine sembra che l'importante non sia tanto credere in Dio, quanto credere in se stessi.

Marco Luceri
15 aprile 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA