il film della settimana

Tutti in fila per Harry Potter

Arriva nelle sale la seconda parte del settimo episodio della più celebre saga adolescenziale del cinema contemporaneo, nata dalla penna di Joanne Rowling

Regia: David Yates; Interpreti: Daniel Radcliffe, Emma Watson, Ruper Grint, Ralph Fiennes; Sceneggiatura: Steve Kloves; Fotografia: Eduardo Serra; Musiche: Alexandre Desplat; Montaggio: Mark Day; Scenografia: Stuart Craig; Costumi: Jany Temime; Produzione: Warner Bros. Pictures; Distribuzione: Warner Bros Pictures. USA/Gran Bretagna, 2011, 144'.

E' l'ultima uscita significativa della stagione e anche a Firenze, nei primi giorni di programmazione, ha sbancato il botteghino: arriva nelle sale la seconda parte del settimo episodio della più celebre saga adolescenziale del cinema contemporaneo, nata dalla penna di Joanne Rowling: Harry Potter – I doni della morte (Parte II) di David Yates. Occupati Hogwarts e il mondo della magia, Voldemort e i Mangiamorte hanno ormai un solo obiettivo: disperdere l’Esercito di Silente e uccidere Harry Potter, alla ricerca spasmodica degli ultimi Horcrux. Individuati con l’immancabile aiuto di Ron e Hermione gli oggetti e i soggetti viventi che contengono l’anima frantumata e separata dal corpo del Signore Oscuro, i tre ragazzi hanno soltanto bisogno di tempo per raggiungere quelle schegge di anima e farne scempio.

Ripiegati a Hogwarts, Harry e compagni vengono accolti trionfalmente da Neville Paciock e il suo esercito di dissidenti armati del coraggio di esporsi al dolore e alla morte, dimenticandosi della propria salvezza in nome di un bene superiore. Nella furia della battaglia Harry scoprirà che tra il bianco di Silente e il nero di Piton esiste una zona grigia e una lacrima rivelatrice di ben altre verità. Recatosi al Pensatoio e versato il pianto e i ricordi di Piton, Harry saprà finalmente cosa fare per annullare Voldemort. Recatosi nella Foresta Proibita per affrontarlo, il giovane mago abbraccerà la possibilità della morte, guadagnando la salvezza e il futuro. Per il canto del cigno della serie non viene sconfessata la tendenza a esasperare gli elementi cupi e gotici (ai limiti dell'horror) che aveva contraddistinto gli ultimi film del ciclo e che avevano impresso una decisiva virata all'intera saga, tanto che anche in quest'ultimo episodio i personaggi tentano di sfuggire a una facile schematizzazione (le zone oscure nell'animo dell'eroe buono, Harry, vanno a compensare le possibilità di riscatto offerte al perfido signore del Male, Voldemort), tuttavia per montare e far scogliere la tensione nel finale, il regista David Yates accentua gli elementi di spettacolarità, nonché l'azione e il ritmo.

Una scelta quasi obbligata, verrebbe da dire, perché in vista dello scontro finale lo sforzo narrativo è tutto teso a drammatizzare la lotta fra Bene e Male (nelle loro varie articolazioni). E' per questo che lo spazio dedicato agli elementi più «umani» dei personaggi, forse il vero tratto originale della serie (le discussioni tra i maghi, le difficoltà legate alla crescita ecc.), è stato sacrificato sull'altare di un'impetuosa progressione narrativa. Una concessione al gusto del pubblico più adolescenziale (più che legittima, visto che la serie è stata fatta soprattutto per loro) che crea però un evidente vuoto di profondità. Peccato, ora Harry Potter sarà molto più simile ai tanti altri “buoni” seriali che popolano la storia del cinema. Anche se ad alcuni potrà sembrare un semplice dettaglio, non di sola fantasia vivono gli eroi.

La rubrica dei film va in vacanza, tornerà il 26 agosto

Marco Luceri
15 luglio 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA