il film della settimana

Il Grinta, troppo perfetto
per essere bello

I fratelli Coen giocano a carte scoperte: la coppia di fratelli più osannata di Hollywood rifà il verso a uno dei western più celebri di Haye Hathaway

IL GRINTA

Regia: Ethan e Joel Coen
Interpreti: Jeff Bridges, Hailee Steinfeld, Matt Demon, Josh Brolin, Barry Pepper Sceneggiatura: Ethan e Joel Coen
Fotografia: Roger Deakins
Musica: Carter Burwell
Montaggio: Ethan e Joel Coen
Scenografia: Jess Gonchor Costumi: Mary Zophres Produzione: Ethan e Joel Coen, Skydance Productions, Scott Rudin Productions
Distribuzione: Universal Pictures USA, 2010, 110'

In Toscana è in queste sale:
Firenze: Flora, Fulgor, Odeon, Portico, Uci Cinemas; Arezzo: Uci Cinemas;
Campi Bisenzio (FI): Uci Cinemas;
Cecina (LI): Tirreno; Grosseto: The Space;
Livorno: 4 Mori, The Space;
Lucca: Moderno; Massa: Splendor;
Montecatini Terme (LU): Excelsior;
Montevarchi (AR): Cine8;
Orbetello (GR): Supercinema;
Pisa: Odeon; Pistoia: Lux;
Poggibonsi (SI): Italia;
Pontedera (PI): Cineplex;
Prato: Omnia Center, Terminale;
Santa Croce sull'Arno (PI): Lami;
Sinalunga (SI): Uci Cinemas.

Stati Uniti, 1870 circa. La quattordicenne Mattie Ross è determinata a vendicare il padre, assassinato a sangue freddo dal codardo Tom Chaney. Dopo aver incrociato il gioviale e ubriacone sceriffo Rooster Cogburn, detto «il Grinta», la ragazzina lo costringe suo malgrado ad affiancarla nella caccia all'assassino Chaney. I due si spingeranno nei territori indiani e sulla loro strada troveranno un giovane Texas Ranger di nome LaBoeuf, che è alla ricerca dello stesso uomo e che si unirà a loro. I fratelli Coen giocano a carte scoperte: la coppia di fratelli più osannata di Hollywood rifà il verso a uno dei western più celebri di Haye Hathaway (correva l'anno 1969), ma stavolta al posto del crepuscolare John Wayne c'è l'arcigno e malinconico Jeff Bridges. Il remake funziona, è bene dirlo, ma forse un po' troppo: il film è solido, ha una struttura epica molto forte, lo stile dei due registi è riconoscibilissimo, soprattutto quando mescolano la suspence a momenti di schietto e surreale umorismo, gli attori sono straordinari (a parte un Matt Damon un po' in affanno perché fuori ruolo), ma tutto questo forse non basta ad andare oltre la semplice operazione-nostalgia.

Il Grinta diHathaway era il canto del cigno della Hollywood classica e della sua mitologia, andata a infrangersi sui cambiamenti di un'America (e di un cinema) su cui soffiava forte un destabilizzante vento di cambiamento; questo dei Coen invece sembra l'ennesimo tentativo dei due fratelli di confrontarsi con un genere (in questo caso il western), per rileggerlo autonomamente, cercando nuove strade espressive. Se l'operazione era loro riuscita in passato (con il «brutto, sporco e cattivo» Non è un paese per vecchi, ad esempio), stavolta sembrano essersi fermati a una buona oleografia, in cui l'epica e i buoni sentimenti vincono su tutto, andando a cozzare con la negatività intrinseca dei personaggi (su tutti proprio Rooster Cogburn). Il Grinta è insomma un film troppo pulito, studiato e perfetto per essere veramente bello.

Marco Luceri
18 febbraio 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA