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il film della settimana

La pelle che abito

Almodovar ha deciso di cambiare registro, esplorando nuovi territori, in un film che guarda a generi come il noir e l'horror, a lui estranei. L'operazione gli riesce solo a metà

Regia: Pedro Almodòvar; Interpreti: Antonio Banderas, Marisa Peredes, Eduard Fernàndez, Roberto Alamo; Sceneggiatura: Pedro Almodòvar; Fotografia: José Luis Alcaine; Musica: Alberto Iglesias; Montaggio: José Salcedo; Costumi: Paco Delgado; Produzione: El Deseo S.A.; Distribuzione: Warner Bros. Spagna, 2011, 117' Robert

In Toscana è in queste sale: Firenze: Colonna, Flora, Fulgor, Uci Cinemas; Arezzo: Eden, Uci Cinemas; Campi Bisenzio (FI): Uci Cinemas; Chiusi (SI): Clev Village; Empoli (FI): Excelsior; Figline Val d'Arno (FI): Nuovo Cinema S.A.S.; Grosseto: The Space; Livorno: 4 Mori, The Space; Massa: Splendor; Montevarchi (AR): Cine8; Orbetello (GR): Supercinema; Pescia (PS): Splendor; Pisa: Cinema Teatro Nuovo; Pistoia: Lux Cinehall; Piombino (LI): Metropolitan; Prato: Eden, Omnia Center; Poggibonsi (SI): Garibaldi; Santa Croce sull'Arno (PI): Lami; Scandicci (FI): Cabiria; Sesto Fiorentino (FI): Grotta; Siena: Metropolitan; Sinalunga (SI): Uci Cinemas; Viareggio (LU): Politeama; Volterra (PI): Centrale.

Ledgard è un dottore che da anni porta avanti i suoi esperimenti per creare in laboratorio un tessuto, simile alla pelle umana, sintetico e robusto. Il suo fine è quello di ridare alla moglie, sfigurata da un incidente, la bellezza di un tempo, ma il prezzo da pagare è alto: su chi sperimentare l'efficacia del suo ritrovato scientifico? Sembra strano, ma è la trama del nuovo film di Pedro Almodòvar, presentato all'ultimo Festival di Cannes: abbandonando i caldi colori passionali e i personaggi stravaganti capaci di rovesciare con le loro passioni le stringenti regole del mondo borghese, a cui ci ha abituato, il regista spagnolo ha deciso stavolta di cambiare registro, esplorando nuovi territori, in un film che guarda a generi come il noir e l'horror, a lui estranei. L'operazione gli riesce però solo a metà.

Anche se il film segue il percorso di genere (il mistero è tutto incentrato sull'identità della donna, che veste una strana tuta sintetica che pare quasi una seconda pelle) piuttosto “fedelmente” (pian piano ogni cosa andrà al suo posto), il tono generale del film non riesce mai a emozionare veramente e alla fine risulta un po' freddo. Colpa soprattutto di certi personaggi la cui presenza appesantisce le dinamiche narrative e – paradossalmente – della mancanza di quella cattiveria morale e di quei colpi di scena o di suspence che un film come questo dovrebbe necessariamente avere per riuscire a sorprendere lo spettatore. Molti hanno storto il naso davanti a questa pellicola. Eppure, nonostante «La pelle che abito» sia un'opera non proprio riuscita (ma di una grande eleganza formale), essa testimonia la vitalità di un autore che non si rassegna a essere “mummificato” nella stanca riproposizione di se stesso. Fuori dal genere – il melò - che ha contribuito più di ogni altro a rinnovare in questi ultimi quindici anni, Almodòvar cerca nuove strade, rischiando. E questo non può che fargli onore.

Marco Luceri
23 settembre 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA

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