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livorno

Zeb è tornato. In mostra

Le opere di Zeb, il graffitaro e pittore livornese sparito, tornano a Livorno per la prima personale dedicata all’artista

LIVORNO - Le opere di Fevid Fedi, il graffitaro, pittore e vignettista che tra gli anni '80 e '90, ha imperversato con le sue scritte sui muri della città firmandosi con lo pseudonimo di Zeb, tornano a Livorno per la prima personale dedicata all'artista. Una prima livornese dal titolo "Diabolik e dintorni" alla quale, purtroppo, non parteciperà l'autore. Era una mattina di maggio del 2008 quando Zeb, al tempo quarantaduenne, scomparve nel nulla senza lasciare tracce. Il suo telefono cellulare, fu ritrovato spento nella sua casa di Rosignano, la sua auto, in una piazzola di sosta nei pressi della scogliera del Romito. Da allora, la famiglia, gli amici più stretti, e la polizia che svolto le indagini, non hanno avuto più notizie di lui. Sui motivi della scomparsa, nessuna certezza ma solo tanti dubbi e qualche ombra. Prima di eclissarsi, fu proprio Zeb a raccontare di aver ricevuto delle minacce a causa di un libro-inchiesta che avrebbe voluto scrivere. Un mistero che qualcuno ha cercato di svelare cercando dei segnali nelle sue ultime scritte rimaste come una testimonianza della sua condizione di isolamento e di incomunicabilità («È 20 anni ‘he mi sembra di parlà co’ muri»).

La pista della fuga, non ha comunque mai trovato riscontri anche se in molti credono, e forse sperano, che Zeb sia ancora vivo a scrivere sui muri, magari con altro pseudonimo, in qualche angolo di mondo. Domani, a cura le sue opere, per la prima volta, tornano nella città che l'artista che ha tanto amato e tanto odiato. La decina di tele che ripercorrono principalmente gli anni tra il 1997 e il 2002, hanno tutte come leitmotiv Diabolik. «Nelle imprese del personaggio mascherato, David ha cercato una vita altra, pensando a un moderno e solitario Robin Hood che combatte per una società più equa e giusta. Se Diabolik finalizza le sue vendette ad un riscatto economico, Zeb ha avuto come obbiettivo la sensibilizzazione dei suoi "lettori" alle vessazioni sempre più pressanti della società globalizzata», ha spiegato il giornalista e esperto d'arte Fabrizio Borghini. Il testo critico della mostra è stato curato da Alice Barontini che ha analizzato anche la pittura meno nota di Zeb. «Fedi rivisita le opere dal collo lungo di Amedeo Modigliani o le atmosfere surreali di Paul Delvaux, allungandole, stirandole o attorcigliandole senza dimenticare quel rigore compositivo che mette in luce la profonda progettualità alla base dei suoi dipinti», ha spiegato Barontini. La mostra rimarrà aperta fino al 23 febbraio.

Claudio Passiatore
27 gennaio 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA

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