il film della settimana

Drive, tra auto di criminali e rischio

Arriva nelle sale il film Premio alla Miglior Regia all'ultimo Festival di Cannes, di Nicolas Winding Refn. Un impasto di romanticismo disatteso ed esplosioni di violenza

Regia: Nicolas Winding Refn; Interpreti: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston; Sceneggiatura: Hossein Amini; Fotografia: Newton Thomas Sigel; Musica: Cliff Martinez; Montaggio: Matthew Newman; Scenografia: Beth Mickle; Costumi: Erin Benach; Produzione: Filmdistrict, Odd Lot Entertainment, Bold Films, Motel Movies; Distribuzione: 01 Distribution. USA, 2011, 100'

In Toscana è in queste sale: Firenze: Adriano, Fulgor, Principe, Uci Cinemas; Campi Bisenzio (FI): Uci Cinemas; Chiusi (SI): Clev Village; Livorno: Grande, The Space; Lucca: Moderno; Massa: Splendor; Montevarchi (AR): Cine8; Pisa: Isola Verde; Pistoia: Roma; Poggibonsi (SI): Garibaldi; Pontedera: Cineplex; Prato: Eden, Omnia Center; Santa Croce sull'Arno (PI): Lami; Sesto Fiorentino (FI): Grotta; Siena: Metropolitan; Sinalunga (SI): Uci Cinemas.

Stampatevi bene nella mente questo nome, Nicolas Winding Refn, perché di lui sentiremo parlare a lungo. Qualche mese fa noi fiorentini eravamo stati tra i pochi italiani ad aver avuto l'opportunità di vedere il suo precedente film, Bronson, durissima e barocca parabola carceraria di un criminale-attore privo di qualsiasi voglia di pentimento. Ora arriva nelle sale Drive, Premio alla Miglior Regia all'ultimo Festival di Cannes, a rinforzare in noi la convinzione che il regista danese sarà uno dei protagonisti del cinema a venire. Sì, perché la storia è un impasto di romanticismo disatteso ed esplosioni di violenza: «Driver» (non è dato conoscere il suo nome) è uno stuntman automobilistico di Hollywood dalla natura solitaria, che per guadagnare soldi extra di notte fa l'autista per alcuni criminali; la sua vita verrà messa in serio pericolo quando deciderà di aiutare Standard (il marito della bella vicina Irene di cui si è perdutamente innamorato) che, tornato a casa dopo essere stato in carcere, lo coinvolgerà in un rischioso affare.

Il regista danese confeziona un mix esplosivo tra vari generi; sembra quasi impossibile, ma l'alternanza dei registri (noir, action, melò, splatter e road movie) funziona alla perfezione: fisico, elettrico, veloce, il film trasforma la violenza iperrealista in puro nichilismo urbano, spazzando via ogni possibile romanticismo e restituendoci una realtà dura e priva di ogni controllo. Non c'è traccia del citazionismo esibito e del gusto cinefilo di un Tarantino o di un Rodriguez: le immagini sono un concentrato di emozioni perché sempre al limite dell'ambiguità, grazie soprattutto a uno strepitoso uso drammatico/espressivo del sonoro, che trasforma ogni inquadratura, anche la più apparentemente tranquilla, in un quadro ossessivo, pulsante, costantemente attraversato da una tensione sottile e invisibile. Il montaggio fa letteralmente “esplodere” il racconto, alternando sequenze di calma assoluta a inseguimenti e scontri al cardiopalma. Si badi a non scambiare tutto ciò per facile estetismo: Refn è un regista di razza e se blandisce per un attimo lo spettatore, lo fa per sferrargli subito dopo uno schiaffo sugli occhi.

Marco Luceri
30 settembre 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA