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il programma

La Toscana incontra la Cina. In tv

Primi protagonisti del docu-reality Invito a Cena, sono una pratese artigiana del ramo tessile e Hongyu Lin, oggi assessore ai rapporti con la comunità cinese di Campi

«La Toscana incontra la Cina»: da molti anni a Firenze e dintorni, e adesso anche in televisione. E’ questo il titolo della prima puntata di “Invito a Cena – storie di (Stra)Ordinaria Integrazione” in onda dal 20 novembre alle 21 ogni domenica su Babel, il canale 141 di Sky pensato per “i nuovi italiani”. Primi protagonisti del docu-reality - la voce narrante è del noto attore Giuseppe Battiston - sono Manuela Biliotti, pratese artigiana del ramo tessile schiacciata dalla crisi proprio nel momento in cui aveva deciso di investire nella sua azienda, e Hongyu Lin, detta Giada, cittadina italiana di origine cinese con un lungo passato nel campo della mediazione culturale, oggi assessore ai rapporti con la comunità cinese di Campi Bisenzio.

Una storia come tante – il programma si è mosso su otto diverse regioni – che mette in evidenza la realtà: l’Italia multietnica coabita con gli immigrati, ma non li conosce. Convive, ma non condivide. Guarda, ma non capisce. L’idea della cena, momento finale e fil rouge di ogni puntata, «è solo un pretesto per raccontare le criticità dei territori e in alcuni casi la totale mancanza di comunicazione che vi regna» spiega Angelo Bozzolini, che ha scritto e diretto il programma girando lo stivale su e giù per tre mesi. Non è l’ennesima trasmissione tra i fornelli: «L’idea di partenza era diversa da ciò che poi è stato il risultato finale – continua il regista – ma la rete alla fine è stata liberale accogliendo il mio taglio particolare, che viene da una precisa scuola giornalistica. Mettere su queste cene non è come dire “facciamo la serata cinese dove quelli un po’ più di sinistra vengono a mangiare il cibo del posto, modalità Festa dell’Unità”. Il modo in cui sono effettuate le riprese e il montaggio aiutano a capire prima le diverse realtà singolarmente, poi a dare un contesto storico ai rapporti tra comunità e territorio, e infine a capire quali possono essere i modi per avviare un dialogo, ma soprattutto renderlo produttivo».

«I cinesi non sono affatto facili da coinvolgere, specie in un progetto del genere – racconta Bozzolini - Una volta stabilita una relazione però, si manifesta una grande disponibilità» Dopo tutto, mettersi a nudo a scatola chiusa davanti alle telecamere non è facile per nessuno: «Il dramma di Manuela, che si è vista sfumare davanti agli occhi il sogno di una vita, trasmette la sensazione di essere vittime di una beffa – l’autore – E’ stata molto felice di partecipare a questa iniziativa, ma non è stato così ovunque. Molti tra gli italiani hanno avuto paura di passare per razzisti, specie davanti alla richiesta delle ragioni della loro chiusura nei confronti degli immigrati. Senza contare i furbi, ovvero quelli che si sono aperti solo perché lo straniero di turno sarebbe potuto tornagli utile poi».

«"La Toscana Incontra la Cina" racconta la storia della comunità cinese, la quarta per numero in Italia. E' interessante vedere come le esperienze di convivenza ed integrazione a Prato e a Campi Bisenzio, nonostante i pochi chilometri che le separano, si sono evolute negli anni in maniera molto diversa» commenta Luca Artesi, Managing Director di Babel. Diapositive da un presente complesso, da un mosaico di condizioni di partenza non facili: «Parliamoci chiaro – dice Bozzolini - Campi, San Donnino… sono zone abbandonate a loro stesse e se Giada dopo questi incontri ha espresso la voglia di andare nelle aziende ed entrare ancor più in contatto con le realtà che ha conosciuto, vuol dire che chi ci governa non crea nessuna relazione». Buon appetito.

Diletta Parlangeli
04 novembre 2011(ultima modifica: 05 novembre 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA