alla mostra di venezia
Arrivano i nostri al Lido
Ad aprire le danze è toccato a due pellicole girate nella nostra regione, Cavalli di Michele Rho e The Cricket di Stefano Lorenzi
Arrivano i nostri. A metà Mostra ecco giungere sugli schermi del Lido anche i film toscani. Ad aprire le danze è toccato a due pellicole girate nella nostra regione, Cavalli di Michele Rho e The Cricket di Stefano Lorenzi. ambedue in competizione nella sezione “Controcampo italiano”, quella riservata ai giovani esordienti del cinema nazionale.
Cavalli, ispirato all'omonimo racconto dello scrittore fiorentino Pietro Grossi, è ambientato alla fine dell'Ottocento: in un paesino degli Appennini (in realtà il film è stato girato tra il Chianti e le montagne abbruzzesi) vivono Alessandro (Vinicio Marchioni) e Piero (Michele Alhaique), due fratelli molto diversi, ma tra loro legatissimi, soprattutto dopo la morte della madre (Asia Argento), che prima della sua scomparsa fa loro un ultimo regalo: due splendidi puledri non ancora domati, Sauro e Baio. Divenuto adulto, Alessandro sente crescere il desiderio di oltrepassare le montagne e andare lontano, mentre Pietro vuole diventare allevatore e sogna di vivere con la ragazza che ama, Veronica (Giulia Michelini).
Il film di Rho è stata davvero una gran bella sorpresa: nonostante alcune ingenuità nella messinscena, una musica forse un po’ didascalica, un paio di attori fuori ruolo, il law budget con cui è stato girato, non hanno impedito al regista di realizzare un prodotto di buon livello, una sorta di western crepuscolare e fuori dal tempo, con una storia forte e un racconto ben strutturato. Rho non esita a rifarsi alla grande tradizione paesaggistica del cinema americano e costruisce un film che non rinuncia a far emergere, dietro la scorza dura dei sentimenti ruvidi e sanguigni, una realtà fatta anche di sguardi, emozioni, frasi interrotte. Un debutto, quello di Rho, che acquista ancora più valore se si pensa alla difficoltà che i giovani registi hanno oggi in Italia nel riuscire a realizzare film originali, fuori dal diffusissimo schema delle commediole o dei film sentimentali. «Quando ho letto per la prima volta il racconto Cavalli – ha dichiarato il regista Michele Rho - ho provato una piacevole sensazione di déjà vu, come se nella mia testa questa storia esistesse già, come se l’avessi vissuta in prima persona. Cavalli ha il sapore di quelle storie che ti raccontano da piccolo. Storie che ti rimangono dentro anni per poi essere raccontate di nuovo. Questo film parla di qualcosa di ancestrale e di animalesco: è la storia di un amore fraterno, forte, violento, viscerale e indispensabile. Parla di un amore per chi c’è e per chi non esiste più. È la storia di un’amicizia che non finirà mai. È la storia di una crescita, del camminare insieme condividendo la stessa strada per poi dividersi».
L’assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti, presente in sala per la proiezione, è rimasta piacevolmente colpita dalla pellicola: «E’ un film forte e coraggioso – ha dichiarato a caldo – che dimostra il talento di un giovane regista capace di emozionare lo spettatore». Di tutt'altro genere è il cortometraggio The Cricket, interpretato da una star dal volto inconfondibile come Birol Unel (La sposa turca, Soul Kitchen) e dall'attore livornese Edoardo Gabbriellini e ambientato all'aeroporto Galileo Galilei di Pisa. In quello che è per eccellenza un luogo di attesa e di sospensione, mentre annunci e suoni elettronici scandiscono il tempo e, su tutto, tuona il rombo potente dei motori, un muratore lavora accanitamente, indifferente al fluire che lo circonda. Ma un suono incongruo lo distrae, sovrastando tutti gli altri: un richiamo ossessivo che si impossessa di lui e lo costringe a confrontarsi con la propria condizione di uomo, imponendogli una decisione vitale. «Si tratta di un omaggio al cinema delle origini – racconta il regista pistoiese Stefano Lorenzi - un cortometraggio senza dialoghi composto da suoni, musica e immagini, che grazie ad una particolare forza espressiva affronta un tema assolutamente attuale, come il richiamo dell’anima verso un innato desiderio di libertà».
Marco Luceri
06 settembre 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA
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