cinema
C'è chi dice no. Nella Firenze cartolina
Arriva nelle sale «C’è chi dice no» di Giambattista Avellino, una commedia italiana ambientata a Firenze e interpretata da Paola Cortellesi, Luca Argentero e Paolo Ruffini
Arriva nelle sale venerdì ma giovedì sera è andata in scena l'anteprima al cinema Odeon: C'è chi dice no di Giambattista Avellino è la commedia italiana della settimana, ambientata a Firenze e interpretata da Paola Cortellesi, Luca Argentero e Paolo Ruffini, alle prese con l'annoso problema delle raccomandazioni, che impedisce al merito di emergere, blocca la mobilità sociale e inchioda i giovani ai mestieri dei padri.
Delusi dal mondo del lavoro, tutt'altro che meritocratico, tre giovani e talentuosi professionisti, amici tra loro, decidono di reagire e ribellarsi al sistema. Max, valido cronista in un quotidiano locale, quando finalmente sembra a un passo dall'agognata assunzione viene scavalcato dalla figlia di un celebre giornlista. Irma è invece uno dei dottori più stimati dell'ospedale in cui lavora e sopravvive grazie alle borse di studio; quando sta per ottenere il contratto le viene tuttavia preferita la nuova fidanzata del primario. Samuele, genio del diritto penale, sta per vincere un concorso da ricercatore dopo anni passati a fare l'assistente-schiavo di un barone universitario (Giorgio Albertazzi); il posto gli viene però soffiato dall'inetto genero del barone. Tutti gli anni passati tra esami, lauree e specializzazioni sembrano improvvisamente inutili e per questo Max, Irma e Samuele decidono di ribellarsi al sistema prendendo di mira ciascuno il raccomandato dell'altro con piccole vendette e molestie quotidiane. Tuttavia, quello che era iniziato come un gioco, sfuggirà loro di mano.
«Quello che mi è piaciuto di questo progetto - ha dichiarato Paola Cortellesi, alle prese, come Argentero, con un accento fiorentino non messo proprio a fuoco – è l'argomento, ahimé, attuale ed è una cosa che è capitata un po' a tutti in questo Paese, di cui si parla, ma mai abbastanza. Il tono del film invece è divertente, da commedia, e il fatto che un argomento così drammatico venga affrontato con toni così giocosi e leggeri secondo me è un ottimo modo per raccontare una storia». In realtà, nonostante i buoni propositi, il film resta un'operazione vacua, che porta il marchio riconoscibile delle produzioni Cattleya: cast generazionale (Argentero-Ruffini-Cortellesi) messo insieme per richiamare nelle sale il pubblico dei venti/trentenni, con un tema che tocca le corde dei giovani, ma viene banalizzato nel meccanismo della fiaba (buoni contro cattivi, ricchi contro poveri, ecc.), in una città da cartolina (Firenze). Il linguaggio da fiction (del resto il regista viene da lì) serve in realtà a preparare i passaggi del film in televisione, che arriveranno puntuali tra qualche mese, probabilmente sulle reti Mediaset.
Marco Luceri
07 aprile 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA
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