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IL PERSONAGGIO

Un sorriso, c'è Mimito

Maurizio Stefanizzi in arte Mimito, completo viola, parrucca colorata, bombetta e cravatta al vento e occhiali da sole tecnici da surfer, è l'uomo del vento di Firenze

Foto Mauro Sani

Foto Mauro Sani

Chi lo incontra in Piazza della Repubblica o nel sottopasso della Stazione a prima vista penserà di essersi imbattuto in una delle oniriche figure ventose disegnate da Giampaolo Talani. Maurizio Stefanizzi in arte Mimito, completo viola parrucca colorata, bombetta e cravatta al vento e immancabili occhiali da sole tecnici da surfer (uno dei tanti sport estremi che, nella sua prima parte di vita, ha praticato e di cui ha vissuto) è l'uomo del vento di Firenze. Artista di strada per scelta e talento da due anni si cimenta in questa nobile e antica arte con risultati straordinari. A giudicare dai capannelli che ad ogni sua apparizione si formano il pubblico lo adora ed è spesso invitato come ospite di Festival e rassegne internazionali.

Più che un lavoro la sua è una "missione" come "sorrydista", provocatore di sorrisi a raffiche tra la folla, nella folla permettendo agli individui di esternare «spontaneamente il loro lato folle di modellatori di stati d'animo». Un mimo originalissimo che vestito come un impiegato Pop viaggia per le strade del centro esibendosi in pose plastiche quasi aerodinamiche che riesce a mantenere anche per ore grazie ad un fisico allenato da anni di sport, meditazione e yoga. E' amato così tanto da chi ha avuto la fortuna nel fiume delle masse che scorrono per le vie del centro storico, di abboccare al suo amo non può dimenticarlo. Contrariamente a quanto si possa immaginare, questo mimo - anche un'opera d'arte vivente del Museo della Bora di Trieste dove durante la Barcolana dedicata alle arti di strada è stato insignito del titolo di “Ambasciatore Eolico” - riesce a dominare oltre che il corpo anche il linguaggio. Le parole sono strumento di gioco con cui interagisce argutamente con il suo pubblico. Non è un caso che si sia scelto come nome quello di sorrydista, neologismo da lui creato che sta provocatoriamente alla Moccia per "scusa se ti faccio ridere”.

Quella di essere artista di strada è una scelta «di libertà - racconta - La libertà d'espormi davanti ad un pubblico occasionale, a mia visione sempre più ignorante nel senso che ignora, e coglione nel senso che non coglie anche se la maggior parte della gente la pensa come me. Ma è la paura che limita i loro sentimenti. La mia presenza è terapeutica,aiuta spesso a liberare quella spontanea fanciullezza d'animo che tutti in fondo hanno». A chi incredulo sulla sua storia e sulla sua scelta di vita gli dice di andare a lavorare risponde: «Voglio vivere con le mie qualità d'artista. So, ciò che faccio da solo o con altri artisti come me, che abbiamo qualità sincere nella nostra spontanea-età regalando emozioni sentite, in cambio di un valore economico lasciato spontaneamente come tacito alchemico ringraziamento per averli liberati da pensieri per qualche minuto» . A Firenze Mimito dice di aver trovato un pubblico attento e grazie al turismo eterogeneo e disposto ad assecondare il suo personaggio che «è come un'esca – spiega – a cui chi abbocca sceglie in quel momento di evadere dalla realtà».

Allo stesso tempo, quest'artista che oltre al personaggio Mimito insieme a Valter Tessaris è parte del gruppo musicale Acoustic Spiri,' reclama per chi lavora come lui per strada una maggiore attenzione da parte dell'amministrazione pubblica. «Sarebbe stupendo – racconta – avere a disposizione spazi della città dove potersi esibire. Siamo parte della strada e della città, che animiamo con la nostra arte che dovrebbe essere riconosciuta e tutelata, magari anche pagata. O messa al servizio, con corsi ad hoc, di tabti giovani che desiderano avvicinarsi a questo nobile mestiere» .

Laura Antonini
09 febbraio 2011(ultima modifica: 10 febbraio 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1
Bravissimo !
10.02|19:28

Ho avuto la fortuna di incontrarlo per strada in piazza della Repubblica ... eccezionale !!!

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