il film della settimana

Young adult

Il nuovo film di Jason Reitman, ha il merito di sbatterci davanti agli occhi uno dei personaggi femminili più detestabili e irritanti degli ultimi anni, ovvero Mavis Gary, ghost writer per un'autrice di libri adolescenziali

Regia: Jason Reitman; Interpreti: Charlize Theron, Patton Oswalt, Patrick Wilson; Sceneggiatura: Diablo Cody; Fotografia: Eric Steelberg; Musiche: Rolfe Kent; Montaggio: Dana E. Glauberman; Scenografia: Kevin Thompson; Costumi: David C. Robinson. Produzione: Mr. Mudd Production; Distribuzione: Universal Pictures. USA, 2011, 94'

In Toscana è in queste sale: Firenze: Odeon; Campi Bisenzio: Uci.

Arriva anche a Firenze, ma con una settimana di ritardo (!) rispetto al resto d'Italia, «Young Adult», il nuovo film di Jason Reitman, che ha il merito di sbatterci davanti agli occhi uno dei personaggi femminili più detestabili e irritanti degli ultimi anni, ovvero Mavis Gary, ghost writer per un'autrice di libri adolescenziali. (In)felicemente arrivata dalla provincia a Minneapolis, dove consuma le sue giornate piantata davanti allo schermo di un pc, mangiando e bevendo in continuazione e di tanto in tanto andando a letto con qualche signor nessuno, decide un bel giorno di tornare nella piccola cittadina del Minnesota dove è cresciuta, pronta a riprendersi il bel Buddy Slade, il suo ex-fidanzato del liceo oggi felicemente sposato e padre di una bambina. Il ritorno a casa si rivelerà per lei più complicato del previsto, ma le riserverà anche il divertente incontro con il flaccido e solitario bambinone Matt Freehauf, un vecchio compagno di scuola ignorato ai tempi del liceo.

Reitman e la sua fidata sceneggiatrice Diablo Cody (la stessa del precendente «Juno»), imbastiscono un crudelissimo ritratto su quel nulla a cui giungono, per vie diverse, tutte le pallide figure protagoniste di questa appannata “american way of life”. I due giocano subito a carte scoperte, presentando Mavis come una donna terribilmente prigioniera di un passato (da reginetta di bellezza) che non le fa comprendere il presente , poi “allargano” il campo alla piccola città di provincia, dipingendola come un oscuro punto in mezzo al nulla, con la sua schiera di casette con giardino alternate a fastfood, stradoni e bar di terz'ordine. Così facendo il film tira fuori tutto il marcio che la superficie nasconde e se Buddy diventa il ritratto dell'americano “normalizzato” (quindi svuotato), Mavis e Matt si rivelano per quello che veramente sono, ovvero due freaks alla disperata ricerca di una spalla su cui poter piangere o di una parola sincera su cui poter contare.

La storia alla fine non si risolve (se non solo in parte) e il rifiuto di un happy end consolatorio, che è sempre dietro l'angolo, ma che Reitman e Cody scansano ogni volta, è un bel sigillo per un film che (per fortuna) non fa nessuna concessione ai buoni sentimenti. Se «Young Adult» funziona da un punto di vista narrativo non lo è da meno sul piano dello stile, con qualche bella trovata nel montaggio (le sbronze notturne di Marvis seguite sempre, la mattina, dalle immagini del suo corpo sfatto) e nella fotografia (colori saturi che ottengono l'effetto di rendere gli ambienti quasi iperrealistici), il tutto rafforzato dalla straordinaria e intelligentissima prova di Charlize Theron, che fa di Marvis una sorta di crudele alter-ego, un personaggio che non riesce a gestire la propria bellezza in eccesso e se ne costruisce una sempre più finta. Inutile dire che l'elemento tragicomico del film passa anche da qui. Perché il guardarsi allo specchio con la speranza di apparire l'eterna ragazzina di sempre, sfacciata e affascinante, è la prima traccia della lontananza di Mavis da quella nuda realtà che la travolgerà.

Marco Luceri
17 marzo 2012(ultima modifica: 19 marzo 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA