IL CONCERTO
Estate, c'è anche Eddie Vedder
Ma non sul prato delle Cascine
La sovrintendente Alessandra Marino dice no all'uso del parco delle Cornacchie. E lui andrà al nuovo Maggio
Estate fiorentina, quarto colpo messo a segno: dopo Bruce Springsteen, Madonna e i Radiohead, ecco anche Eddie Vedder. Ecco che il mosaico della grande estate musicale - la più ricca, la più spettacolare da tanti anni - si arricchisce di un altro big del rock mondiale. Ma tra i primi tre concerti già in prevendita (con i Radiohead già sold-out) e quello del cantante dei Pearl Jam c’è una significativa differenza: la location ballerina, e dunque anche la data. L’accordo c’è, manca solo qualche dettaglio.
Sarà giugno, o più probabilmente luglio. Ma a Le Nozze di Figaro, che già hanno colpito il bersaglio grosso con la band di Thom Yorke il 1 luglio al pratone delle Cornacchie delle Cascine, lo danno per sicuro nella cavea del nuovo Teatro dell’Opera, ovvero la nuova casa del Maggio Musicale. Il «caso» è tutto lì: il Teatro dell’Opera invece del pratone delle Cornacchie. Nel mezzo, la Sovrintendenza: è stata infatti una «questione burocratica» che ha impedito (o sta impedendo: i giochi non sono ancora chiusi) al pratone simbolo stesso della grande musica a cielo aperto di essere protagonista di più date. Infatti, se l’Estate 2012 sarà (musicalmente) magnifica, sarebbe potuta essere ancora migliore: erano infatti previsti, o prevedibili, altri concerti alle Cornacchie, e non solo Thom Yorke e compagni.
Era il 18 novembre scorso quando le tre menti che stanno dietro all’operazione Radiohead, annunciavano con una sola voce la «rinascita» delle Cascine musicali. Erano Alessandro Bellucci de Le Nozze di Figaro, Riccardo Ventrella direttore artistico dell’Estate, e il sindaco Matteo Renzi. Con in più l’allora assessore alla cultura Giuliano da Empoli. «Riparte così la grande stagione dei concerti all’aperto — commentò Renzi per l’occasione — con uno dei gruppi più visionari oggi esistenti». «Abbiamo riaperto in modo un po’ sperimentale e con alcune criticità l’Anfiteatro — gli fece eco da Empoli, definendo criticità il risultato di una stagione che non ha fatto, come si sperava, re- innamorare i fiorentini del loro parco — ma con la riapertura delle Cornacchie proveremo a mettere in sinergia le due location delle Cascine». Era appunto ciò che molti fiorentini chiedevano da anni: tornare a sentire musica come si deve sul pratone. Come ai tempi di «Buon compleanno Elvis> di Ligabue (anno 1998) e dell’ultimo concerto in quella location, Sting nel 2000. Bellucci promise nella medesima location «almeno altri due concerti di caratura internazionale a luglio» con l’obiettivo di mettere in piedi «un vero festival musicale estivo, come in Inghilterra». E tra i nomi papabili c’era anche Eddie Vedder.
Ma allora perché il cantante dei Pearl Jam ha dovuto «traslocare»? Il motivo per cui Le Nozze di Figaro avevano chiesto, ricevendo un sostegno ideale da parte di Palazzo Vecchio, «almeno altri due concerti alle Cascine» sta tutto nell’alto costo di allestimento del palco ex novo: 200 mila euro. Una cifra difficile da ammortizzare con i soli Radiohead. Più facile se spalmabile in tre occasioni di grande livello e respiro internazionale. Tra la sovrintendente Alessandra Marino e il Comune è stata lunga e faticosa la risoluzione del problema di agibilità. Ma i Radiohead erano un bottino troppo appetibile perché Matteo Renzi potesse lasciarselo scappare. Sì, dunque, anche dalla Sovrintendenza, per il 1 luglio. Niente di fatto invece per gli eventuali concerti a venire. Ed è così che Alessandro Bellucci - con il rischio di impresa che si porta dietro - ha dovuto ripiegare sulla cavea del Nuovo Maggio: «Non potevo aspettare ancora, altrimenti perdevo la possibilità di avere Eddie Vedder. Almeno l’utilizzo del Nuovo Teatro dell’Opera dipende solo dal Comune e non anche dalla Sovrintendenza, e il Comune mi ha dato ampie garanzie che sarà agibile».
Trattandosi di un concerto per circa 2mila spettatori (come richiesto dallo stesso Vedder), «alla peggio - conclude Bellucci - se qualcosa dovesse andare storto, ci spostiamo al chiuso». Già «aspettare». Un semplice «ok, si può fare» da parte della Marino che definisce il grande palco da 200mila euro pagati da Bellucci come «un notevole ingombro». Ha acconsentito a ospitare i Radiohead perché <c’era da contemperare esigenze diverse» ma per dare il nulla osta agli altri eventi erano necessari «ulteriori approfondimenti tecnici da fare». «Ho chiesto ai miei tecnici di farli - dice la sovrintendente - ma ad oggi non mi hanno fatto sapere niente». Da Palazzo Vecchio fanno sapere di «non aver avuto proposte da Bellucci per altri concerti oltre i Radiohead». Ma è ovvio: «Non faccio certe altre proposte senza la certezza di poter utilizzare una location - commenta l’imprenditore, al quale questo scherzo del super-palco per una sola sera costerà una fortuna -Gli spettacoli ce l’avrei da proporre, ma non li posso mica fissare in un posto a rischio, col pericolo di rimanere col cerino in mano…».
Edoardo Semmola
18 febbraio 2012(ultima modifica: 25 febbraio 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA
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