IL FILM DELLA SETTIMANA

Paradiso amaro

Un piacevole ibrido tra dramma e commedia, ben sostenuto da uno stile che lascia più spazio possibile al bel gioco tra gli attori, guidato da uno stropicciato Clooney

Regia: Alexander Payne; Interpreti: George Clooney, Shailene Woodley, Beau Bridges, Robert Forster, Judy Greer, Amara Miller; Sceneggiatura: Alexander Payne, Nat Faxon, Jim Rash; Fotografia: Phedon Papamichael; Montaggio: Kevin Tent; Scenografia: Jane Ann Stewart; Costumi: Wendy Chuck; Produzione: Ad Hominem Enterprises; Distribuzione: 20Th Century Fox. USA, 2011, 110'

In Toscana è in queste sale: Firenze: Flora, Fulgor, Odeon, Principe, Uci; Arezzo: Eden, Uci; Chiusi: Multiclev Village; Livorno: Quattro Mori; Lucca: Centrale; Montecatini Terme: Imperiale; Montevarchi: Cine8; Orbetello: Supercinema; Pisa: Isola Verde; Pistoia: Roma; Poggibonsi: Garibaldi; Prato: Eden; Scandicci: Cabiria; Sesto Fiorentino: Grotta; Sinalunga: Uci.

Ci fa vedere le Isole Hawaii, ma il nuovo film di Alexander Payne ci parla in realtà dell'America più profonda. Il paradiso del titolo è proprio quello amaro che non ti aspetti, quando scopri che basta girare la cartolina (le onde, le spiagge, il sole, le palme e i cocktails) per ritrovarsi le parole di una vita fuori controllo, persa in una realtà tanto infelice quanto sconvolgente. E allora tutto sembra diverso e incomprensibile. Sospeso sul labile confine che separa la disperazione dalla rabbia e dalla rassegnazione si muove un maturo George Clooney, nei panni (improbabili camice colorate, bermude e sandali) del ricco avvocato Matt King, proprietario – insieme a uno stuolo di brutti e grassi cugini – di uno degli ultimi appezzamenti di terra vergine dell'intero arcipelago perso nel Pacifico.

I parenti vorrebbero vendere a suon di milioni, ma la vita di Matt viene stravolta dal coma improvviso e irreversibile della moglie, vittima di un terribile incidente in mare. Il drammatico evento porta alla luce l'infedeltà della donna e la volontà di Matt di incontrare l'amante della moglie. Il viaggio che egli compie per scoprire l'identità dell'uomo, insieme alle due figlie, la ribelle Alex e la vivacissima Scottie, è l'occasione per ripensare da capo a fondo la propria vita. Più diretto di così si muore. Payne gioca a carte scoperte e fin dall'inizio ci mostra che nulla è quello che sembra (i grattacieli, il traffico, la povertà e la speculazione finanziaria di queste Hawaii potrebbero essere quelli di qualsiasi posto degli USA), nemmeno la vita di un marito e padre irreprensibile. Ma invece di far “cadere” tutto nella facile tragicità di un dramma lacrimevole (il rischio è sempre dietro l'angolo quando ci sono malati terminali di mezzo), il regista americano sceglie la strada dell'ironia, dando alla sceneggiatura quella “leggerezza” che è la vera cifra del film.

«Paradiso amaro» ha proprio in questo originale tocco la sua sostanza: senza mai scadere in un'innocua superficialità, Payne sviluppa il ritmo del film grazie a dialoghi molto agili e acuti, smorzando la tensione emotiva anche nei momenti più intimi e toccanti. Il film che ne viene fuori è un piacevole ibrido tra dramma e commedia, ben sostenuto da uno stile che lascia più spazio possibile al bel gioco tra gli attori, guidato da uno stropicciato Clooney, splendido quando è alle prese con gli intensi bronci adolescenziali delle brave Shailene Woodley e Amara Miller, un po' meno quando si rifugia nei clichés del suo stile. Ad ogni modo molti sono pronti a scommettere che George vincerà l'Oscar. In caso contrario il Paradiso può attendere.

Marco Luceri
18 febbraio 2012(ultima modifica: 19 febbraio 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA