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Tre generazioni di donne, in un film

Barbara Enrichi gira l'ultimo ciak del documentario "Variabili femminili. Di madre in figlia, storie di donne in tre generazioni"

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Tre generazioni di donne, in un film

Barbara Enrichi gira l'ultimo ciak del documentario "Variabili femminili. Di madre in figlia, storie di donne in tre generazioni"

TAVARNELLE - E' un popolo di sole donne che venerdì sera affolla piazza Matteotti a Tavarnelle per l'ultimo ciak del documentario “Variabili femminili. Di madre in figlia, storie di donne in tre generazioni” per la regia di Barbara Enrichi. Un volo di palloncini bianchi con messaggi di speranza per tutte le donne, sorvolerà il cielo tavarnellino nelle ultime sequenze del corto prodotto dall'Unione dei Comuni del Chianti Fiorentino e dal Coordinamento Donne Arci La Rampa di Tavarnelle. Un documentario che è uno spaccato di quanto sia cambiato e quanto invece sia rimasto immutato, nel corso di un secolo, nella vita delle donne.

«Si tratta di storie molto diverse - spiega Enrichi, che ha realizzato il documentario con la collaborazione tecnica di Matteo Querci e Chiara Lanzillotta - poichè raccoglie le testimonianze di donne dai 14 ai 90 anni. Un documentario progettato incrociando le risposte sui temi del lavoro, della famiglia, delle attività sociali, su come sono cambiati i modi di vita, i luoghi di incontro, i divertimenti e sui passaggi di consegna, trasmessi dalle madri alle figlie, dalle nonne alle nipoti».

Sono state intervistate, seguendole spesso con la telecamera nella loro quotidianità, 14 donne di 4 diverse famiglie, in un passaggio che attraversa 3 e in un caso anche 4 generazioni. La protagonista più anziana si chiama Ida Zani e ha 92 anni, la più giovane è Gloria Mulas e ne ha 14. Sono storie di duro lavoro nei campi e della fatica di essere insieme madri, mogli, braccianti, quelle che accomunano la generazioni contadine di Felida Gandoni, Antonietta Biliotti, Emilia Marchi, che hanno raccontato di quanto fosse difficile vivere in quegli anni. Fabrizia Fontirossi, Anna Becucci, Maria Orfella Mori e Anna Canacci, fanno parte della generazione intermedia. Le loro storie raccontano del lavoro in fabbrica, dell'opportunità di un'occupazione finalmente retribuita e della possibilità di andare a scuola.

Le più giovani sono Laura Cavini, Ilaria Micheli, Francesca Fusi, Giulia Mulas e Samanta Apostolico. Loro, a differenza di madri e nonne, hanno avuto possibilità di scelta, sanno cosa voglia dire pari opportunità, hanno avuto la possibilità di allattare i propri figli fermandosi dal lavoro. Laura racconta della sua esperienza di parto in acqua, sua nonna ricorda i suoi parti in casa, con la levatrice. Le più giovani hanno avuto la possibilità di viaggiare e fanno uso della tecnologia per lavoro e per studio. Le loro nonne erano solo “campo, casa e chiesa”. Ma cosa è rimasto ivariato nella vita delle donne del territorio in tutti questi anni? “Sono rimaste immutate le tradizioni-commenta Enrichi- e il senso della famiglia. Ma anche il passaggio di un insegnamento che si sono tramandate di generazione in generazione: l'onestà verso se stesse e verso il prossimo.”

Sara Fioretto18 maggio 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA

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