I FILM DI NATALE

Il grande schermo per tutti i gusti

Cosa andare a vedere e cosa evitare al cinema per Natale

I FILM DI NATALE

Il grande schermo per tutti i gusti

Cosa andare a vedere e cosa evitare al cinema per Natale

Pensando alle leccornie che ci aspettano per le festività, non dimentichiamoci del gran cenone che il cinema, come ogni anno, prepara per deliziarci gli occhi. Film per tutte le età e per tutti i gusti, tanto che spesso è difficile scegliere; ecco allora le nostre preferenze, con i film che vi consigliamo di vedere, quelli che potrebbero rivelarsi deludenti e quelli decisamente da evitare.

DA VEDERE - È davvero un piccolo gioiello «Ernest et Célestine», oltre a essere un film di Natale come ormai non se ne vedevano da anni. Film d'animazione (per tutti, grandi e piccini) prodotto in Francia e Belgio (insomma, il meglio sulla piazza europea), girato da un esordiente (Benjamin Renner), tratto da un celebre serie a fumetti di Gabrielle Vincent, sceneggiato da Daniel Pennac, è la commovente storia dell'amicizia tra Ernest, un orso grande e pasticcione che vuole fare l'artista, e Célestine, una graziosa e tenera topina che non vuole diventare dentista. I disegni, di una semplicità grandiosa, raccontano piccoli pezzi di vita (neanche si fosse in un romanzo di Georges Simenon...) con un sublime tocco di umorismo e di colore, mentre vola alto, su tutti, il tema sempiterno del pregiudizio che genera catastrofi. In una parola: imperdibile. Chi pensa che il vecchio Ken “il rosso” Loach faccia solo film militanti, vada a vedersi «La parte degli angeli» e resterà stupito dalla forza politica della commedia: chi l'ha detto che per raccontare la disoccupazione e il precariato servono le invettive? Se odorassimo la realtà come il protagonista Brian sa riconoscere un buon whisky di malto le rivoluzioni sarebbero a portata di mano. Chi viaggia per altri mari è il cino-americano Ang Lee che con Vita di Pi adatta per il grande schermo il best-seller di Yann Martel: il film è un racconto di formazione tenero e crudele (un bel giorno, un giovane cresciuto in uno zoo, dopo una catastrofica tempesta, si trova in una barca in mezzo all'Oceano con una tigre a bordo), in cui sentimento e spettacolo provano a fare un salto espressivo in avanti. Al grado zero del linguaggio cinematografico resta invece il liberatorio «I due soliti idioti» (operazione di cassetta di Medusa, vedremo come andrà) ma Mandelli&Biggio sono i nostri Sacha Baron Coen: portando il demenziale a livelli inauditi «scaricano a terra» tutto il non detto, il fuoricampo, il convenzionalismo eufemistico di tanto cinema nostrano.

Il film «Colpi di fulmine»Il film «Colpi di fulmine»
IN MEZZO AL GUADO - Arriviamo ai film che restano a metà strada e che ci lasciano un fastidioso sapore d'insoddisfazione. Il nuovo (?) cinepanettone della premiata ditta De Laurentiis/Parenti/De Sica, ovvero «Colpi di fulmine», che cantando la fine dell'epopea «Vacanze a...» ci restituisce una commedia in forma di dittico, con una parte fuori tempo massimo (quella con Christian De Sica, ma che aspettano a sostituirlo con Checco Zalone?) e una un po' meglio (la comicità non-sense di Lillo&Greg), ma forse presto ci toccherà rimpiangere Er Cipolla (sic). Tutto da copione per Peter Jackson, che riabbraccia il mondo tolkeniano con «Lo Hobbit, prequel» (?) della sua saga monstre (Il Signore degli Anelli): sarà stata l'esasperante nitidezza delle immagini che da' il nuovo formato HFR 3D (in Toscana si può vedere solo al cinema Marconi di Firenze), ma il film non ci ha convinto così tanto, forse perché il respiro epico che ci si aspetta resta troppo spesso all'altezza dei nani protagonisti. Diamo appena una sufficienza al nuovo film d'animazione della Disney, Ralph Spaccatutto, che a fronte di un originale incontro narrativo tra diversi media (il viaggio «classico» che l'eroe non può compiere nel videogame lo può fare nel cinema), resta tuttavia troppo schematico e comunque poco emotivo.

Il film «Tutto tutto niente niente»Il film «Tutto tutto niente niente»
DA EVITARE - Già insopportabilmente provinciale era il precedente Qualunquemente, figuriamoci questo ritorno politico (!!!) di Antonio Albanese. «Tutto tutto niente niente »è un film dalle ambizioni mal riposte e ha un tragico vizio di fondo: vorrebbe eguagliare l'ineguagliabile. Cetto, Rodolfo e Frengo non hanno nulla della sublime cialtroneria criminale di Fiorito detto «Er Batman». Quando il cinema cerca di superare la realtà perde sempre. Pensasse (il cinema) a rendercela accettabile (la realtà), possibilmente riscrivendola, e non pecchi di presunzione. Certo, può esserci anche di peggio, come il thriller politico (in perfetto “stile Sundance”, e non è un complimento, tutt'altro) «La regola del silenzio» diretto dal più che compassato Robert Redford. Ma il film in assoluto più brutto tra tutti quelli usciti per le feste è sicuramente «Love Is All You Need» di Susanne Bier. Perchè? Basterebbe solo il tema «amori di mezz'età» a farvi girare alla larga. Tacciamo sul resto. E buon Natale a tutti.

(modifica il 21 dicembre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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