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L'INTERVISTA

«Io, artigiano della musica»

Raphael Gualazzi torna in Toscana, con due date del tour «Reality and Fantasy»: 26 febbraio al Politeama di Prato e 27 febbraio al Politeama di Viareggio

E’ passato poco più di un anno da quando - prima di raggiungere il successo sanremese e il vertice delle classifiche - Raphael Gualazzi si è esibito per la prima volta in Toscana, a Prato. Domenica il cantautore e pianista di Urbino (Pu) tornerà nella città laniera per la prima delle due date conclusive del tour «Reality and Fantasy» (26 febbraio al teatro Politeama di Prato, 27 febbraio al teatro Politeama di Viareggio).

Cosa è cambiato in questo anno? «E’ stato un periodo colmo di arricchimenti: c’è stata una tournee molto intensa, la partecipazione all’Eurovision contest (dove si è piazzato al secondo posto, ndr). E’ stato sinceramente stimolante mettersi in discussione in generi musicali differenti, viaggiare, conoscere posti e persone: le molte collaborazioni sono state di grande ispirazione«.

C’è un nuovo disco in cantiere? «Su questo tema ci vado con i piedi di piombo, ma credo che il nuovo album potrebbe uscire entro la fine dell’anno. Il mio auspicio personale è quello di poter essere il produttore di questo disco così come è avvenuto per quello precedente».

Che genere di collaborazioni ti hanno ispirato e contaminato? «Senza dubbio gli incontri musicali con Francesco Cafiso, l’ambasciatore del jazz italiano nel mondo, e la collaborazione con Fabrizio Bosso sono state determinanti. Ma sono ancor più felice del fatto che altre partecipazioni musicali sono all’orizzonte».

Quali? «Posso anticipare una collaborazione con la big band jazz «Wdr», l’orchestra nazionale tedesca: mi hanno chiesto di rivisitare alcuni brani del mio album “reality and fantasy” dopo avermi sentito al festival «Jazz time» di Leverkusen e per questo a maggio terremo due concerti, uno Colonia e uno Bohn».

Cosa ne pensi dei tuoi successori, dei vincitori dell’ultima edizione del Festival di Sanremo? «Non l’ho guardato perché ero in tour. Ma il mio non è un atteggiamento snob, anche perché è una manifestazione che piaccia o no rappresenta l’Italia popolare, grossa opportunità. Se dovesse capitare nei prossimi anni tornerei al Festival ben volentieri».

Nell’ultimo anno sei stato in giro per l’Italia e per il mondo, quali sono i luoghi che hanno ispirato le tue nuove canzoni? «In fase composizione è importante scrivere e prendere ispirazione ovunque. Ogni luogo ha il suo fascino, poi come fanno gli artigiani cercherò di mettere insieme queste esperienze: ci sonno ispirazioni che arrivano in un lampo, altre sono rigurgiti che arrivano in posti diversi da dove la mente li ha concepiti».

Nell’ultimo anno la tua popolarità ha conosciuto un’impennata decisiva. Dove e come ti vedi fra un anno? «Non ne ho la minima idea, spero essere sempre davanti al pianoforte con la testa bassa, a comporre e a confrontarmi costruttivamente con altri musicisti».

Raphael Gualazzi e' nato ad Urbino nel1981 e dopo gli studi di pianoforte al Conservatorio Rossini di Pesaro ha iniziato ad estendere la sua ricerca musicale al Jazz, al Blues e alla Fusion, collaborando con qualificati artisti del settore e distinguendosi per le sue peculiari qualità vocali e strumentali. La sua musica nasce dalla fusione della tecnica Rag-time dei primi anni del '900 con la liricità' del Blues, del Soul e del Jazz nella sua forma più tradizionale.

Giorgio Bernardini
25 febbraio 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA

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