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IL PERSONAGGIO

Un toscano dirige i big del jazz

Questa è la storia di Fabrizio Mocata, pianista, giovane talento musicale, che confessa di avere origini siciliane, ma di sentirsi toscano, che dal 1995 vive a Firenze

NEW YORK – Un toscano nella Grande Mela per unire e dirigere i big del jazz mondiale. Questa è la storia di Fabrizio Mocata, pianista, giovane talento musicale, che confessa di avere origini siciliane, ma di sentirsi toscano, poiché è dal 1995 che vive a Firenze. A fine gennaio il giovane Mocata sarà a New York, per registrare un cd con George Garzone re del sax, un contrabbassista d'eccezione come Marco Panascia e Ferenc Nemeth uno dei più grandi batteristi e così un'altro italiano dà un bel morso alla Grande Mela. Un gruppo di all-stars per unire il quale Fabrizio ha lavorato molti mesi. La registrazione si terrà nella settimana che va dal 23 al 30 gennaio al Michiko Studio sulla 46-esima.

Fabrizio Mocata è un talento musicale già apprezzato a livello internazionale, arrivato al successo per la sua particolare reinterpretazione in chiave jazz di alcune delle più celebri arie di Giacomo Puccini “Puccini Moods”. «Il progetto è partito la scorsa estate – sottolinea Fabrizio Mocata – con Panascia, che conosco da una quindicina d’anni. Lo raggiungerò a New York, dove si è trasferito da tempo, e inizieremo a registrare. Useremo ritmi complessi, con un suono pulsante e moderno. Particolare sarà la ricerca melodica e armonica, che offrirà temi allo stesso tempo sperimentali e cantabili». A dire la verità, questa però non è la prima volta che Fabrizio collabora con talenti musicali di livello internazionale. Prima di approdare a New York, Mocata ha esportato il jazz in Africa, poi in Uruguay e in Argentina dove ha suonato con i maestri del tango. Una collaborazione da cui è nata una personalissima e molto apprezzata versione del tango.

L'idea di esportare la musica del grande Puccini, con le armonie del jazz è venuta così per caso come racconta Fabrizio. «Ero ad un matrimonio, quando qualcuno mi lanciò una sfida. Dopo Gigi D'Alessio e Cristina D'Avena, in versione jazz al pianoforte, un signore mi si avvicinò e mi disse “Visto che siamo nella patria di Puccini, non ha mia pensato di suonare in jazz le opere del maestro?”. Da quel momento mi sono messo ad ascoltare la musica del compositore toscano che conoscevo a grandi linee ed è nata Puccini Moods». Ma la storia non finisce qui, perché dopo la collaborazione con i big del jazz, Fabrizio Mocata, in occasione dei 40 anni dalla pubblicazione delle “Città Invisibili” di Italo Calvino, si sta cimentando con la trasposizione in chiave jazz del libro, con una traccia per ognuna delle città citate dallo scrittore.

Rebecca Romoli
26 gennaio 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA

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