il film della settimana

Bed Time

Che cosa succede (di orribile, ovviamente) sotto il nostro letto, dentro la nostra camera, mentre dormiamo?

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Bed Time

Che cosa succede (di orribile, ovviamente) sotto il nostro letto, dentro la nostra camera, mentre dormiamo?

Regia: Jaume Balagueró; Interpreti: Luisa Tosar, Marta Etura, Alberto San Juan, Iris Almeida; Sceneggiatura: Alberto Marini; Fotografia: Pablo Rosso; Musiche: Lucas Vidal; Montaggio: Guillermo de la Cal; Scenografia: Javier Alvariño; Costumi: Marian Coromita; Produzione: Castellano Pictures, Filmax Entertainment; Distribuzione: Key Films. Spagna, 2011, 102'

In Toscana è in queste sale:Firenze: Fulgor, Portico, The Space, Uci; Arezzo: Uci; Campi Bisenzio: Uci; Grosseto: The Space; Livorno: The Space; Massa: Splendor; Montevarchi: Cine8; Pisa: Isola Verde; Pontedera: Cineplex.

In un'estate insolitamente povera di horror esce in sordina una delle più belle pellicole di genere dell'intera stagione, ovvero «Bed Time» dell'abile e sempre inventivo regista spagnolo Jaume Balagueró (molti lo ricorderanno per «Darkness» e per il bel dittico «Rec» e «Rec 2»), che anche stavolta ha deciso di mescolare atmosfere da thriller psicologico a dinamiche da film dell'orrore. Siamo a Barcellona: Cesar lavora come portiere in uno stabile e ogni giorno compie i suoi doveri ignorato dagli inquilini che vi abitano. L'uomo non sa cosa sia la felicità, ma si accontenta di trovare le sue ragioni di vita giorno dopo giorno, scrutando tutto ciò che lo circonda con particolare attenzione. Soprattutto coloro che abitano nel palazzo: li osserva attentamente, ne conosce i dettagli più intimi, sa tutto di loro.

Specialmente di una, la giovane Clara, «affetta» da un inguaribile ottimismo che la porta a vedere sempre il lato positivo delle cose. Cesar questo non lo può sopportare; lui si nutre del dolore, gode dell'infelicità e delle angosce altrui e non c'è niente che ami di più che piantare il seme della disperazione e vederlo crescere. Convinto di aver trovato in Clara la vittima perfetta, si spingerà fino al limite più estremo pur di rendere la sua vita un inferno. Balagueró ama gli ambienti claustrofobici, i meandri incontrollati dove si annida il male assoluto e così ambienta tutto il film all'interno di un vero e proprio condominio della paura, restringendo sempre più il campo (visivo) all'appartamento della povera Clara, che soprattutto nella seconda parte del film diventa il vero e unico teatro dell'azione.

Funziona alla grande questa scelta (che rimanda agli agghiaccianti interni intrisi di suspence di Hitchcock e Polanski, con inquadrature piene di tagli verticali e ricche di ombre) anche perché retta da una bella trovata drammaturgica, ovvero: che cosa succede (di orribile, ovviamente) sotto il nostro letto, dentro la nostra camera, mentre dormiamo? E' così che il terribile aguzzino trova il tempo e lo spazio giusto per dare sfogo a tutta la sua negatività (che non sfocia mai nello splatter) e anche se il regista spagnolo sembra mantenere una posizione di equilibrata distanza rispetto ai suoi personaggi, traspare più volte la voglia di far capire allo spettatore le ragioni di Cesar, un monumento al nichilismo più assoluto, ma anche un disgraziato che soffre (anche) della propria inferiorità di classe. Ci penserà un finale assolutamente sorprendente a (non) mettere ognuno al suo posto. Del resto, non è la paura più forte di qualsiasi sorriso?

La rubrica tornerà venerdì 29 agosto.

Marco Luceri 27 luglio 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA

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