The Avengers

il film della settimana

The Avengers

Una grande, furbissima, operazione di marketing? Non solo. Ecco il nuovo film targato Marvel

Regia: Joss Whedon; Interpreti: Robert Downey Jr., Chris Evans, Chris Hemsworth, Mark Ruffallo, Jeremy Renner, Scarlett Johansson; Sceneggiatura: Joss Whedon, Zack Penn; Fotografia: Seamus McGarvey; Musiche: Alan Silvestri; Montaggio: Jeffrey Ford, Lisa Lassek; Scenografia: James Chinlund; Costumi: Alexandra Byrne; Produzione: Marvel Studios; Distribuzione: Walt Disney. USA, 2012, 142'.

In Toscana è in queste sale: Firenze: Adriano, Fulgor, Marconi, The Space, Uci; Arezzo: Uci; Campi Bisenzio: Uci; Chiusi: Clev Village; Grosseto: The Space; Livorno: The Space; Lucca: Moderno; Marciana Marina: Metropolis; Massa: Splendor; Montecatini Terme: Imperiale; Montevarchi: Cine8; Orbetello: Supercinema; Piombino: Odeon; Pisa: Nuovo, Isola Verde; Pistoia: Globo; Pontedera: Cineplex; Poggibonsi: Politeama; Prato: Eden, Omnia Center; Santa Croce sull'Arno: Lami; Sesto Fiorentino: Grotta; Siena: Metropolitan; Viareggio: Odeon.

Una grande, furbissima, operazione di marketing? Non solo. Dietro la corazza superomistica del nuovo film targato Marvel si nasconde qualcosa che ha a che fare con la recente storia americana. E' innegabile che «The Avengers», tipico prodotto del paesaggio crossmediale contemporaneo (dal fumetto al cinema e in un prossimo futuro, probabilmente, anche videogioco) sia in sé un film nuovo e al contempo vecchio. L'elemento di novità riguarda soprattutto la strategia adottata dal punto di vista più squisitamente narrativo, ovvero mettere insieme tutti i supereroi targati Marvel (già ampiamente gustati dai lettori/spettatori, quindi già «riconoscibili»), da Iron Man a Thor, da Captain America a Hulk, da Occhio di Falco alla Vedova Nera, quindi renderli non più «unici» (il supereroe è tale perché nessun uomo è come lui), ma parti, pur sempre indispensabili, di un grande, invincibile, invisibile SuperUomo capace di incarnarli tutti quanti. Per difendere la pace, la sicurezza e la tranquillità dell'America e del mondo, questo nuovo Olimpo ha dunque bisogno di incarnarsi a un livello superiore, per così dire, ideale.

Ecco perché dietro la forza dell'azione, degli effetti speciali, delle esplosioni, delle catastrofi, dietro insomma tutto ciò che normalmente fa un film di genere come questo, in «The Avengers» è rintracciabile sin dall'inizio la (cara, vecchia) funzione che da sempre svolge il cinema americano nell'immaginario collettivo globale: essere un gigantesco caleidoscopio della mitologia moderna, offrire agli spettatori di tutto il mondo la possibilità di identificarsi in determinati valori positivi, vederli vincere sulle forze del male attraverso il meccanismo della fiaba, riconciliare l'uomo con la sua realtà con l'happy end. Ora il cinema americano ha deciso di riconquistare il suo posto nel mondo. La supremazia degli USA dopo l'11/09 ha fortemente vacillato non solo sul piano politico, economico, sociale, ma anche su quello culturale. Tuttavia, lo squarcio delle Twin Towers e il fortissimo trauma che ne è seguito appaiono ormai metabolizzati (grazie soprattutto alla presidenza Obama) e la vendetta consumata (Bin Laden, il Grande Cattivo del XXI secolo, è morto). Ma siccome per vincere si ha sempre bisogno di un nemico da abbattere (la recente esperienza ci ha insegnato che d'ora in poi non sarà solo inatteso, ma anche invisibile) «The Avengers» suona come una nuova, roboante, dichiarazione di guerra. Si vis pacem, para bellum.

Marco Luceri05 maggio 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA