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C'è un altro Pinocchio

L'ultima avventura del burattino di legno e l'ultima canzone di Lucio Dalla a fare da colonna sonora. Ecco il nuovo cartoon di Enzo D'Alò

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C'è un altro Pinocchio

L'ultima avventura del burattino di legno e l'ultima canzone di Lucio Dalla a fare da colonna sonora. Ecco il nuovo cartoon di Enzo D'Alò

Questo è l’ultimo tassello di una lunga storia, quella di un burattino di legno, dal naso lungo e dalla bugia facile, immerso nei colori di una Toscana che non c’è più. «Pinocchio & il cinema» potrebbe intitolarsi questo film lungo più di un secolo, iniziato all’epoca del muto: era il 1911 quando la coppia Antamoro/Polidor realizzò il primo adattamento per il grande schermo della fiaba di Collodi. Da allora si sono succedute vittorie e fallimenti: dal dolce Pinocchio ideato dal Walt Disney nel 1940 a quello tanto bello quanto sfortunato del fiorentino Giuliano Cenci (1972), da quello malinconico girato per la tv da Luigi Comencini nel 1974 al deludente fiasco di Roberto Benigni (2002), senza dimenticare gli adattamenti più fantasiosi (nel 1994 Occhio Pinocchio di Francesco Nuti) e i progetti di film che non arrivarono mai in porto (Federico Fellini e Carmelo Bene). A firmare l’ultimo episodio di questa lunghissima saga è ora Enzo D’Alò, che alla fine è riuscito a coronare il suo sogno. Il più importante regista del nostro cinema d’animazione (La freccia azzurra, La gabbianella e il gatto e Opopomoz) ci ha lavorato per tredici anni (il progetto risale al 1999), ma ora il film è pronto e presto, forse già dopo l’estate, arriverà nelle nostre sale, distribuito dalla Lucky Red.

La pellicola (costata circa otto milioni di euro) è il frutto di una coproduzione con Francia e Belgio, due paesi che hanno una forte tradizione in questo genere cinematografico, ed è già stata presentata al Marché dell’ultimo Festival di Cannes. D’Alò parla del suo Pinocchio come di «un film rispettoso del testo di Collodi, visto che nella sceneggiatura abbiamo riportato fedelmente interi dialoghi presi dal libro, ma con una forte impronta musicale, anzi direi che per certi versi è proprio un musical». A proposito, c’è una voce che si insinua dolcemente tra le immagini, ed è quella di Lucio Dalla. «C’è la canzone che ha registrato quattro giorni prima di morire — racconta D’Alò — A questo progetto Lucio ci teneva tantissimo. Si era divertito, voleva fare una canzone popolare, orecchiabile e ci ha lavorato tanto, senza sosta, componendo il tema, lavorando agli arrangiamenti di Roberto Costa, registrando a Bologna tutta la colonna sonora, duettando con Marco Alemanno sulle strofe della canzone principale. Ha anche voluto doppiare il personaggio del Pescatore verde». Oltre a Dalla, un altro grande artista italiano ha lavorato al film, il celebre fumettista e illustratore Lorenzo Mattotti, che ha curato parte dei disegni: «I fondali ricordano molto gli orizzonti collinari della Toscana collodiana e hanno quel tratto metafisico che tanto avvicina il segno di Mattotti a quello di De Chirico». Pinocchio del resto affascina ormai da molti anni lo stesso Mattotti, che nel 2008 ha pubblicato per Einaudi una bellissima versione illustrata, in cui il disegnatore ha voluto dare maggior rilievo ai risvolti più neri e misteriosi del testo collodiano.

«Sarebbe davvero bello se si potesse vivere come Pinocchio — ha continuato il regista — come un pupazzo scatenatissimo che va alla scoperta della vita, così curioso e credulone da farsi raggirare tante volte. Penso che alla fine sia un personaggio molto più onesto degli altri, sebbene poi finisca nel Paese dei Balocchi. Ma chi sa resistere alle tentazioni? Trovo incredibile che Collodi l’abbia scritto nell’800, Pinocchio è ancora attualissimo. Incuriosisce la sua ingenua anarchia, il suo voler essere libero in un mondo che si approfitta di lui. Mi sono immaginato un bambino capace di trasformare ogni disavventura in un episodio felice». Forse D’Alò ha davvero ragione. Abbiamo tutti ancora bisogno di Pinocchio. Del resto un altro pezzo sta già per aggiungersi a questa lunga storia. Anche il regista messicano Guillermo Del Toro (noto per le sue atmosfere dark) dirigerà una nuova versione animata del burattino collodiano (le riprese inizieranno nell’estate 2013), ambientata in Italia fra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, «un periodo — ha dichiarato il regista — in cui tutti si comportavano da marionette».

Marco Luceri06 giugno 2012 (modifica il 07 giugno 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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