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il compleanno

Cinquanta volte Pelù

Piero Pelù, all’alba dei cinquanta (10 febbraio), ha passato più anni ad essere (e fare rock), che altro

Capelli mai corti, ché non si pensi che non siano abbastanza rock. Pantaloni di pelle nera d’ordinanza, a dispetto delle stagioni, perché anche quello fa molto rock. D’altronde, o sei rock, o non lo sei: non ci sono molte vie di mezzo. Piero Pelù, all’alba dei cinquanta (10 febbraio), ha passato più anni ad essere (e fare rock), che altro. Insomma, neanche il tempo di finire le elementari che già aveva imbracciato una bella chitarra elettrica. Questo si narra, almeno fino al 1980, quando la storia non attinge più ai racconti e passa ai fatti. In una strada che corre stretta a due passi dall’Arno, tra i palazzi alti dove filtra la luce, ma se c’è l’ombra è di quelle che non perdonano, nascevano i Litfiba. LIT(Italia) FI(Firenze) BA (Via de Bardi).

Tutto spiegato, tutto pronto. Da quel punto in poi, il gruppo fece quello che a Firenze si chiamerebbe “i’ botto”: Pelù ha una voce bassa quanto potente, di viscere e vene, che usa in maniera sempre più sfacciata negli anni, fino a farne un marchio di fabbrica. Esempio pratico: riascoltare il Pelù di “Eroi nel vento” nell’album “Desaparecido” e poi riprendere lo stesso brano nella raccolta “Sogno Ribelle”, di una decina d’anni dopo, da un’idea abbastanza chiara di come abbia trasformato la sua predisposizione vocale in una peculiarità assoluta. Ad ogni modo i suoi Litfiba, con Ghigo Renzulli, stravolsero il panorama dagli Ottanta in poi, regalando a Firenze un’avanguardia musicale che non ha più replicato nella stessa misura (dall’altro lato della barricata c’erano i Diaframma di Fiumani). «Da quanto conosco Piero? Vent’anni: siamo sempre stati agli opposti, lui con i suoi pantaloni in pelle e io con il maglioncino, ma ci siamo sempre ‘presi bene’ – racconta Gianfranco Monti, voce fiorentina delle radio italiane e conduttore – Ho profonda stima di lui, è davvero un gran personaggio. E poi è tifoso della fiorentina, come si fa a non volergli bene?».

L’ammirazione non è certo quella che manca all’artista. Anche il collega Paolo Benvegnù (che peraltro ne fa un’ottima imitazione), manda i suoi personali e scherzosi auguri: «Cinquant’anni fa, spostatosi a Firenze, Cagliostro, che in realtà era Zoroastro il mago, si invaghì di una bella fiesolana in estro… Da questo connubio tra uomo e Dio nacque Piero. E gli uomini finalmente furono felici». “17 re”, “El Diablo”, “Terremoto”: solo alcuni dei successi prima di “Mondi sommersi”, “che è di morto rocke”, come dicevano in fiorentino puro Piero e Ghigo, in un’intervista a “Tmc2” del 1997. “Infinito”, invece, li fece litigare e creò la lunga frattura rimarginata con la notizia della reunion, arrivata molti anni dopo, nel 2009. Nel contempo Pelù ha proseguito la sua carriera solista, con svariati album, ma meno entusiasmo. E qualche altra esperienza nel settore.

Firenze lo ricorda ad esempio come direttore artistico dell’Estate Fiorentina (che intitolò “Fi.Esta”): raccolse il testimone, dopo sei anni, di Mauro Pagani. Non fu facile affrontare quell’eredità trovandosi per giunta nel bel mezzo delle prime tempeste delle ordinanze anti vetro e dei controlli rigidi sul baccano notturno. Preferiva non sbilanciarsi troppo. Lui era lì per la programmazione degli spettacoli, dopo tutto. Il fatto è che Pelù sta meglio sopra i palchi, che dietro. «Non ha rivali in Italia: è un animale da palco» aggiunge Monti. E proprio lì tornerà Pelù presto. Partirà il 2 marzo dal Nelson Mandela Forum il tour di “Grande Nazione” (Sony Music). Un album atteso, che se può aver deluso qualche nostalgico, ha ridato invece nuova linfa ai Litfiba. Un disco tecnicamente valido, con molti pezzi ruvidi (vedi “Fiesta Tosta”) e qualche ballata. Pelù torna impegnato, torna a scrivere senza mezzi termini delle storture politiche, partendo dai guelfi e ghibellini per arrivare alle nostre elezioni (“Tutti buoni”). «L’album è bellissimo. Piero aveva detto ‘vedrai che girerà poco nelle radio’, ma non è andata così. Io lavoro a R101, emittente che sta attenta alla musica italiana – dice Monti, che conduce con Ugo Conti “Giro di Taglia” – e i Litfiba passano eccome, perché è bella musica». La carriera Pelù ce l’ha, e amici, a quanto pare, anche: non gli resta che fare una “Fiesta Tosta” per brindare ai suoi (primi) cinquant’anni.

Diletta Parlangeli
09 febbraio 2012(ultima modifica: 10 febbraio 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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