Argo

il film della settimana

Argo

Un film intriso di immaginario cinematografico e si presenta come una pregevolissima operazione di recupero del vissuto storico attraverso la finzione

Regia: Ben Affleck; Interpreti: Ben Affleck, Bryan Cranston, Alan Arkin, John Goodman; Sceneggiatura: Chris Terrio; Fotografia: Rodrigo Prieto; Musiche: Alexandre Desplat; Montaggio: William Goldenberg; Scenografia: Sharon Seymour; Costumi: Jacqueline West Produzione: GK Films, Smoke House, Warner Bros.; Distribuzione: Warner Bros. USA, 2012, 120'.

In Toscana è in queste sale: Firenze: Fulgor, Principe, Uci; Arezzo: Uci; Campi Bisenzio: Uci; Chiusi: Clev Village; Livorno: Grande; Massa: Splendor; Montevarchi: Cine8; Pisa: Odeon; Pistoia: Globo; Poggibonsi: Garibaldi; Prato: Eden, Omnia Center; Pontedera: Cineplex; Sesto Fiorentino: Grotta; Sinalunga: Uci.

Correva l'anno 1979. In un Iran nel pieno della rivoluzione islamista guidata dall'ayatollah Khomeini contro il regno dello Scià, l'ambasciata americana di Teheran viene presa d'assalto dai rivoltosi e i suoi impiegati restano sotto sequestro per circa 400 giorni. L'unica via di salvezza è scappare di nascosto e trovare rifugio nella residenza dell'ambasciatore canadese che così facendo rischia a sua volta la vita. Tuttavia la vita riserva sempre una seconda chance: dove non può arrivare la diplomazia arriva il cinema. Per conto della CIA l'esperto Tony Mendez acquista una sceneggiatura a Los Angeles e con l'aiuto di una vera produzione hollywoodiana fa credere a tutti (soprattutto alla stampa internazionale) che a Teheran verrà girato un film di fantascienza, così da poter ottenere dal ministero della cultura iraniano il permesso di entrare e uscire quasi liberamente dal Paese. Un piano geniale, che consente ai sei rifugiati presso l'ambasciata canadese di poter lasciare l'Iran spacciandosi per membri della troupe.

Sembra incredibile, ma la storia fin qui raccontata è successo veramente. Quella sceneggiatura si intitolava «Argo». Lo stesso titolo che Ben Affleck, qui alla sua terza prova da regista, ha voluto dare al suo di film. «Argo» è un film intriso di immaginario cinematografico e si presenta come una pregevolissima operazione di recupero del vissuto storico attraverso la finzione. Già, perché nella pellicola di Ben Affleck c'è davvero spazio per tutto: il cinema d'impegno politico (simile per certi versi alla gloriosa tradizione degli anni Settanta), gli stilemi del war movie, perfino certe tendenze da commedia sociale, il tutto retto da un mix potentissimo di drammaticità e realismo, con i meccanismi dell'azione e della suspence che girano a meraviglia. Tuttavia, non renderemmo piena giustizia al regista americano se parlassimo solo di un film ottimo nella scrittura e nell'impianto formale.

Perché in realtà «Argo» è molto di più: è un'attenta riflessione sulla capacità mitopoietica del cinema hollywoodiano, sulla sua valenza storica di re-invenzione (tendenziosa e propagandistica, certo, ma in questo caso salvifica) della realtà e della storia, sulla sua capacità di penetrazione nell'immaginario globale in nome di una guerra permanente tra civiltà e modelli politico-culturali diversi. La storia è ambientata più di trent'anni fa, ma - sembra suggerirci Affleck - la missione che l'America continua ad affidare alla sua grande macchina dei sogni sembra oggi essere solo parzialmente scalfita, come potranno constatare gli spettatori di questa nuova, ironica autocelebrazione dell' imperituro potere di Hollywood.

Marco Luceri09 novembre 2012 (modifica il 12 novembre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA