Noi siamo infinito

il film della settimana

Noi siamo infinito

È un film che non ti aspetti, potrebbe sembrare un banalissimo teen-movie si rivela essere invece un'opera di spessore

Regia: Stephen Chbosky; Interpreti: Logan Lerman, Emma Watson, Ezra Miller, Mae Witman; Sceneggiatura: Stephen Chbosky; Fotografia: Andrew Dunn; Musiche: Michael Brook; Montaggio: Mary Jo Markey; Scenografia: Inbal Weinberg; Costumi: David C. Robinson; Produzione: Focus Features; Distribuzione: M2 Pictures. USA, 2012, 103'.

In Toscana è in queste sale: Firenze: Marconi, Odeon, The Space, Uci; Campi Bisenzio: Uci; Livorno: The Space; Massa: Splendor; Montevarchi: Cine8; Poggibonsi: Politeama; Pontedera: Cineplex; Prato: Eden; Santa Croce sull'Arno: Lami.

È un film che non ti aspetti «Noi siamo infinito». Intanto perché è davvero una rarità vedere un bestseller adattato al grande schermo con tanta freschezza (l'autore del romanzo è anche il regista del film!) e poi perché quello che potrebbe sembrare un banalissimo teen-movie si rivela essere invece un'opera di spessore, capace di raccontare un'età difficile come l'adolescenza senza ricorrere al benché minimo stereotipo. Segno di una rinnovata forza, quella del cinema americano, che in quest'inizio 2013 sta vivendo una straordinaria stagione creativa (dai grandi autori come Spielberg, Tarantino e Bigelow – con «Lincoln», «Django Unchained» e «Zero Dark Thirty» - ai film di alcune giovani promesse, come il bellissimo «Re della terra selvaggia»). Il mondo di «Noi siamo infinito» è quello popolato da tanti liceali dai cuori infranti che vivono a Pittsburgh, all'inizio degli anni Novanta.

Timido, solitario e impacciato, Charlie è in cerca di amici. E' difficile, perché l'adolescenza è un'età bellissima, ma crudele. Un giorno, però, il ragazzo incontra una coppia di fratelli un po' particolari, la bella Sam e il suo impavido fratello Patrick, che lo prenderanno sotto la loro ala protettrice, facendogli sperimentare il primo grande amore e il valore dell'amicizia, vissuti da Charlie con un'intensità commovente. Il film diventa il racconto di questo singolarissimo triangolo, in cui la ricerca dell'identità e le difficoltà di relazione con il resto del mondo passano attraverso i traumi di un'infanzia dolorosa, le cui tracce riafforano nei momenti più importanti, quelli in cui si sperimentano la paura e la consapevolezza di doversi allontanare da ciò che più si ama.

Anche se il mondo di Sam e Patrick (fatto di canzoni – dagli Smiths a David Bowie, spettacoli teatrali underground come The Rocky Horror Pictures Show, feste, acidi, corse su un auto che sfreccia nella dolente notte americana) riesce pian piano a riscaldare l'anima di Charlie, il ragazzo si troverà al centro di un turbine di eventi di cui spesso non riesce a comprendere a pieno il senso, stretto com'è tra ciò che vorrebbe essere e un senso di colpa che gli attanaglia il cuore. Nel finale verranno fuori tante bruttezze, ma anche la straordinaria forza umana dei sentimenti, resi magistralmente da un film che, quasi in forma di romanzo epistolare, riallaccia la grandezza di questi personaggi (stupendi tutti e tre gli attori: Logan Lerman, Emma Watson ed Ezra Miller) a una tradizione culturale che affonda le sue radici in Salinger e Scott Fitzgerald. Senza nessuna nostalgia, ma con un'intensità che arriva dritta al cuore.

Marco Luceri15 febbraio 2013 (modifica il 18 febbraio 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA