il film
Said e espulsione dal suo Paese
Il lungometraggio del regista indipendente Haider Rashid, classe 1985, italiano di origini irachene, interamente girato a Firenze
Said ha 26 anni e fa il panettiere a Firenze. È nato e cresciuto in Italia da genitori algerini e quando ha compiuto 18 anni non ha potuto ottenere la cittadinanza italiana perché per i primi anni della sua vita la sua famiglia, vivendo con un affitto in nero, non risultava residente. Poco male, se non fosse che, a seguito del suicidio del direttore della fabbrica in cui lavora suo padre, la famiglia si trova di fronte alla lacerante realtà di non poter rinnovare il permesso di soggiorno, come fa puntualmente da trent’anni, e riceve un decreto di espulsione.
Said deve tornare in Algeria, un paese che non ha neppure mai visitato. L’Italia, il paese che ha considerato sempre suo, appare ora come un muro di gomma. Firenze, la sua città, diventa all’improvviso il paradiso terrestre dal quale si deve inesorabilmente allontanare. I suoi affetti e i suoi amori diventano all’improvviso sogni da cui deve fuggire. L’architettura della sua vita si smonta implacabilmente, pezzo dopo pezzo. È la storia raccontata dal film ‘Sta per piovere’, in uscita il 16 maggio a Firenze al cinema Spazio Uno (via del Sole, ore 18 e ore 20) firmato dal regista indipendente Haider Rashid, classe 1985, italiano di origini irachene che vive a Firenze da sempre. Il film, interamente girato nel capoluogo toscano, è uno dei primi lungometraggi girati da un italiano che affronta il tema del diritto alla cittadinanza dei figli di genitori stranieri nati nel nostro Paese.
Nel tentativo di trovare una soluzione per restare in Italia, Said si appella agli avvocati, ai sindacati e alla stampa, cercando di portare attenzione su un problema concreto e sempre più presente nella società italiana; questo percorso lo porterà attraverso i meandri di una burocrazia legislativa retrograda e alla riconsiderazione della sua identità – riflettendo su un dilemma profondo: rimanere in Italia clandestinamente o partire per l’Algeria con la sua famiglia, aiutandola a ricostruirsi una vita nel paese che ha lasciato trent’anni fa?