il film

Fingersi etero per diventare genitori

«Sarebbe stato facile», la prima commedia di Graziano Salvadori, comico toscano, in uscita il 26 settembre

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Fingersi etero per diventare genitori

«Sarebbe stato facile», la prima commedia di Graziano Salvadori, comico toscano, in uscita il 26 settembre

Fingersi etero e sposarsi in un doppio matrimonio, per diventare genitori con l'adozione. È l'idea che viene ai quattro amici gay, due uomini e due donne, protagonisti di «Sarebbe stato facile», la commedia opera prima di Graziano Salvadori, comico toscano conosciuto grazie a programmi tv come «Stasera mi butto» e «Aria Fresca». Nel film in uscita il 26 settembre, distribuito da Mediterranea in circa 25 copie, oltre al neoregista, nel cast ci sono Niki Giustini, Katia Beni, Beatrice Maestrini e, fra gli altri, Alessandro Paci, Cristina De Pin, Novello Novelli, e il pornodivo Franco Trentalance. «L'idea mi è venuta una sera cenando con un mio amico gay - spiega Salvadori -. Quando ho sgridato i miei figli per il chiasso che facevano, lui mi ha ricordato che essere padre è una fortuna che lui non avrebbe mai avuto. Ho deciso di farne il tema del mio primo film».

Anche perché, aggiunge, sull'argomento «c'è ancora un alto muro di ipocrisia. Soprattutto in provincia, è molto difficile dichiararsi gay. Si viene presi in giro, ci sono tanti preconcetti. Poi magari le stesse persone che fanno battute la sera vanno con i trans». Salvadori spiega di aver preferito a facili battute un tono più agrodolce, ma il film mostra i segni di una regia incerta. I quattro protagonisti, amici e concittadini nello stesso piccolo centro toscano, sono Luigi (Salvadori) e Marco (Giustini), titolari di uno studio di progettazione, innamorati da 11 anni e le creatrici di moda Antonella (Katia Beni) e Mara (Beatrice Maestrini). I quattro quando sono insieme fingono di essere fidanzati etero pur di non alimentare pettegolezzi. Per questo quando a Mara viene l'idea di sposarsi fra loro, per poter adottare, danno senza troppe esitazioni il via al piano. I preparativi dei loro matrimoni scorrono paralleli a quelli di una vera coppia etero, composta da Marina (De Pin), incinta, e Giovanni (Paci), manager sempre attaccato al telefono, che preferisce affidare la fidanzata al suo autista (Trentalance).

«Ci sono tante coppie che si sposano solo per la famiglia, per avere dei figli, tante persone si fingono etero per non deludere i genitori» dice il neoregista, che nella storia ha incluso anche la figura di un alto prelato tanto aperto verso i gay da favorire le adozioni da parte delle due coppie, pur sapendo la verità. «Papa Francesco m'aveva detto che avrebbe aperto un pochino... - scherza Salvadori -. Lui ha detto la cosa più bella, 'chi sono io per giudicare un omosessuale'. Non immaginavo sarebbe successo, nel personaggio del film ho osato un pochino». Comunque, commenta «mentre l'apertura della Chiesa è bellissima, la legge sull'omofobia, per me non serve. Andrebbe invece insegnato il rispetto per tutti i tipi di famiglia, fin da bambini».

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