musica

L'inno di Gianna e la canzone
nata sul tavolo del padre

Presentato il nuovo album della Nannini. «È la mia celebrazione della vita, se si accetta il dolore si può rinascere»

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L'inno di Gianna e la canzone
nata sul tavolo del padre

Presentato il nuovo album della Nannini. «È la mia celebrazione della vita, se si accetta il dolore si può rinascere»

MILANO — Un inno alla vita che va oltre ogni dolore, oltre ogni perdita e oltre ogni sconfitta. A cantarlo è Gianna Nannini nel suo nuovo, poetico album Inno, in uscita il 15 gennaio, dodici brani inediti prodotti dalla cantante toscana insieme a Wil Malone, che ha arrangiato, intorno alla sua voce, gli archi registrati ad Abbey Road a Londra. Con dolcezza graffiante, ancora una volta Gianna canta la forza dell’amore che valica ogni confine, anche quando finisce. È quello che rimane nelle vene a far germogliare nell’anima una vita nuova, senza rimpianti, senza rancore, dove i ricordi offrono nuovi respiri, nuove emozioni.

«L’addio — spiega la Nannini — viene vissuto come celebrazione. Ho voluto permeare questo album di un rinascimento esistenziale che passa attraverso la sofferenza» perché «questa è la vita», una vita dove «per trovare la positività bisogna passare attraverso il dolore. Se lo si accetta, si può rinascere. Inno vuole essere una celebrazione della vita, che arriva e che passa. L’amore è come la vita, nasce, muore e rinasce». Nell’album si racconta il dolore per un amore che finisce, ma anche il dolore per un lutto, come quello cantato in Tornerai, testo ispirato dalle parole di Elsa Morante e scritto a Siena, al tavolo dove il padre di Gianna lavorava. Un album in cui la tradizione toscana di Gianna Nannini emerge ancora una volta, dove la carica melodica implode in uno stile nuovo, che parte dalla canzone popolare, dagli stornelli fiorentini, dalla ricerca sulla cantante Caterina Bueno per poi ritrovarsi nelle arie di Puccini.

«Sono nata in una casa a Fontebranda — dice — dove si viveva di rulli di tamburi e di canti popolari e quindi l’ottava rima ce l’ho nel sangue, è una cosa che fa parte di me e di questo nuovo lavoro». Struggenti e vitali i testi e le melodie. Vitali come l’amore Indimenticabile, quello della canzone che apre l’album, trattato dal genio orchestrale di Malone, che destruttura e scompone le sezioni d’archi a cornice della vocalità di Gianna: «L’amore è indimenticabile — scrive la Nannini — resta la felicità, la gioia viene sottratta da un cielo che passa e se ne va, trascurando con sé l’eternità del sentimento». E poi la traccia Inno, «la più bella dell’album» secondo l’artista senese, un inno alla vita che si trasmette, si tramanda e che rimane vivo dentro. «Mi ricordo di te — canta la Nannini con voce adombrata e pacifica — sorso d’acqua tra le dita… che bello è vivere se vivere è con te, ora soffia il vento, ti porta via da me». Alcuni testi sono scritti a quattro mani con i collaboratori di sempre Gino Pacifico, Isabella Santacroce e una novità: un testo di Tiziano Ferro per il brano Nostrastoria. L’uscita di Inno sarà seguita da un tour, che partirà il 12 aprile da Roma. A Firenze sono in programma due date al Mandela Forum il 18 e 19 aprile. Dopo la tournée italiana, la Nannini sarà impegnata in concerti in tutta Europa. Per Inno tour, in omaggio con il biglietto del concerto, il brano inedito Baciami qui, realizzato per l’apertura degli show live e scaricabile su internet.

(modifica il 13 gennaio 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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