Milano, 29 marzo 2014 - 00:04

In grazia di Dio

Il mondo raccontato da Edoardo Winspeare
è quello riconoscibile del Salento e del nostro Sud

di Marco Luceri

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Il mondo raccontato da Edoardo Winspeare è quello riconoscibile, remoto e abbagliante del nostro Sud. Sarebbe più preciso dire del Salento, di cui nei suoi film non viene però fornita un'immagine pronta all'uso e al consumo del turismo di massa (che ne ha fatto negli ultimi dieci anni meta privilegiata di più o meno blasonati vacanzieri), ma quella di una terra dura, inquieta, smarrita e spesso dimenticata.

A questa rappresentazione non sfugge nemmeno il nuovo film, «In grazia di Dio», che vede protagoniste quattro donne di una stessa famiglia - una nonna, una madre, sua sorella e una nipote - che vivono sulla propria pelle le difficoltà della crisi economica. Il fallimento dell'impresa familiare e il pignoramento della casa sembra distruggere tutto, anche i legami di affetto. L'unico modo per uscirne è trasferirsi in campagna, lavorare la terra e vivere con il baratto dei loro prodotti. Sarà proprio questa scelta obbligata l'inizio di una percorso che porterà le protagoniste a riconsiderare il loro stile di vita e soprattutto le loro relazioni affettive.

Winspeare torna così a raccontare i limiti e la forza di una civiltà profondamente mediterranea, che trova nella famiglia, nei valori antichi della civiltà contadina e nella forza della religiosità la chiave per reagire alle storture di quella civiltà moderna e disumanizzante che tutto consuma e tutto fa crepare. Il regista salentino lo fa affidandosi all'immediatezza dei volti e delle passioni di un gruppo di attori non-professionisti, ai colori di una terra dalla quale spunta il sangue vivo della forza femminile e materna, all'anima ancestrale di un mondo che non si rassegna all'omologazione. Forse «In grazia di Dio» poteva essere più asciutto, meno “costruito” in certi passaggi di sceneggiatura, ma come nei film precedenti è lo sguardo caloroso di Winspeare a fare la differenza, a trasformare un semplice microcosmo remoto in un paesaggio umano a suo modo mitico.

Regia: Edoardo Winspeare; Interpreti: Celeste Casciaro, Laura Lichetta, Gustavo Caputo, Anna Boccadamo; Sceneggiatura: Edoardo Winspeare, Alessandro Valenti; Fotografia: Michele D'Attanasio; Montaggio: Alberto Facchini; Scenografia: Sabrina Balestra; Costumi: Alessandra Polimento; Produzione: Saietta Film, RaiCinema; Distribuzione: Good Films. Italia, 2014, 127'.

In Toscana è in queste sale: Firenze: Adriano.

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