Firenze, 3 ottobre 2014 - 23:54

La trattativa

Corruzione, servizi, crimini, stragi e depistaggi
nel pamphlet politico di Sabina Guzzanti

di Marco Luceri

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Esiste ancora in Italia spazio per un cinema civile e di denuncia? Sabina Guzzanti è convinta di sì e certo non da ora, visto che da molti anni la sua creatività crossmediale (televisione, cinema, teatro, web) è al servizio di quest’idea. E non si tratta solo di una questione riguardante il «che cosa» denunciare, ma anche il «come». Era chiaro già ai tempi del bellissimo «Draquila» e lo è forse ancora di più oggi, con questo nuovo film in cui l’attrice e regista riprende la lezione di Elio Petri e Gianfranco Rosi e partendo dai documenti (intercettazioni, testimonianze, atti processuali) mette letteralmente in scena - affidando le parti a un gruppo di attori, e denunciando quindi la natura «brechtiana» della ricostruzione – i fatti conosciuti sotto il nome di «Trattativa Stato-Mafia»: politici corrotti e spaventati, servizi segreti deviati, criminali sanguinari, stragi, depistaggi e tutto quello che successe all’inizio degli anni Novanta tra la fine della Prima Repubblica e l’inizio della Seconda.

Un quadro inquietante e desolato, che mette insieme i frammenti di una democrazia «malata» e perennemente in pericolo. Siamo naturalmente di fronte a un film-pamphlet, in cui la tesi di fondo coincide, nelle intenzioni dell’autrice, con la verità, tesi che viene portata avanti da un punto di vista personale e fermo come non mai. Dipende da come lo si guarda, ciò è al contempo il pregio e il limite del film. È il pregio perché la materia è raccontata con una forza reale molto diretta; è il difetto perché spesso l’indignazione pasionaria non lascia nessuno spazio al dubbio, che dovrebbe essere insito nella rappresentazione cinematografica (diversissimo è, in tal senso, il bellissimo film di Franco Maresco, «Belluscone una storia siciliana», che finisce proprio dove inizia «La trattativa»). Certo è però che la Guzzanti ci aiuta a capire, proprio con la forma di questo film, quanto le immagini e i contenuti che esse veicolano possano essere «ammaestrati» per contribuire a creare un senso di assuefazione per un’opinione pubblica incapace troppo spesso di reagire all’omologazione. Con il suo film, che mette sul banco degli imputati in primis la politica, la Guzzanti getta una pietra nello stagno. Se diventerà un’onda lo vedremo nelle prossime settimane.

Regia: Sabina Guzzanti; Interpreti: Sabina Guzzanti, Enzo Lombardo, Sabino Civilleri, Filippo Luna; Sceneggiatura: Sabina Guzzanti, Giorgio Mottola; Fotografia: Daniele Ciprì; Musiche: Nicola Piovani; Montaggio: Luca Benedetti; Scenografia: Fabrizio Lupo; Produzione: Secol Superbol; Distribuzione: Bim. Italia, 2014, 104’.

In Toscana è in queste sale: Firenze: Astra 2, Flora, Uci; Campi Bisenzio: Uci; Chiusi: Clev Village; Montevarchi: Cine8; Pietrasanta: Comunale; Pisa: Odeon; Pistoia: Roma; Prato: Omnia Center, Terminale; Sesto Fiorentino: Grotta.

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