i 50 giorni
Cinema festival, col sogno africano
Quest’anno l’apertura sarà affidata al Festival dei Popoli
Ci sarà da attendere ancora qualche settimana e poi arriverà uno degli appuntamenti annuali più attesi dal pubblico degli appassionati di cinema, quello con la «50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze» (promosso dalla Fondazione Sistema Toscana e sostenuto da Regione, Comune ed Ente Cassa di Risparmio), che dal 29 ottobre al 15 dicembre porterà all’Odeon decine di film provenienti da tutto il mondo. Quest’anno l’apertura sarà affidata al Festival dei Popoli, che per festeggiare il suo 55esimo compleanno, propone un evento speciale (a ingresso gratuito) con due film: Moi un noir (1959) del grande padre del documentario moderno, Jean Rouch (quell’anno in giuria al festival), ed Examen d’État (2014) del congolese Dieudo Hamadi, due documentari che a distanza di più di mezzo secolo raccontano dei sogni, e del futuro dei giovani africani.
Poi si entra nel vivo con «France Odeon» (30/10-2/11), il festival dedicato al cinema d’Oltralpe, che nell’anno della scomparsa di Alain Resnais dedica al grande maestro francese un bell’omaggio, con la proiezione del suo ultimo film, Aimer boire et chanter, raccontato dalle «sue» attrici, Sabine Azéma e Caroline Silhol; a Firenze ci sarà anche Marc Fitoussi, che presenterà il suo La ritournelle, con Isabelle Huppert e Jean-Pierre Darroussin e poi la mostra della fotografa Kate Barry e quella del pittore Gilbert Erouart.
Dopo il «Festival del film etnomusicale» (3-5/11) e quello di «Cinema&Donne» (6-11/11, ospite la regista Costanza Quatriglio), spazio a «Lo Schermo dell’Arte» (12-16/11), dedicato al rapporto tra cinema e arte contemporanea: tra gli ospiti di quest’anno ci sarà il cineasta Alain Fleischer, autore di Naissance d’un musée (il racconto della vicenda che ha portato all’apertura del nuovo Louvre-Lens nella regione francese del Pas-de-Calais) e l’artista Philip Warnell, con il suo film Ming of Harlem (storia di un uomo che ha vissuto con una tigre in un appartamento di Harlem), mentre il focus sarà dedicato all’artista tedesca Hito Steyerl. Si prosegue poi con il «Balkan Florence Express» (17-20/11), che proporrà il film collettivo I ponti di Sarajevo, il «Florence Queer Festival» (21-27/11) sull’universo LGBTIQ (tra i titoli più interessanti Global Gay del saggista francese Frédéric Martel), per arrivare al «Festival dei Popoli» (28/11-5/12), che quest’anno dedicherà la retrospettiva al pluripremiato regista olandese Jos de Putter, autore di See no Evil, il documentario che racconta la vita di tre celebri scimpanzé, tra cui la mitica Cheeta, l’ultima sopravvissuta dei film di Tarzan. A seguire il «River to River» (6-12/12), sul cinema indiano, che quest’anno propone la nuova sezione Online Stories, aperta ai giovani registi della generazione 2.0 che raccontano le contraddizioni di un’India lanciata verso la modernità. Chiudono al manifestazione la rassegna di cinema finlandese (13-14/12) e il tradizionale «Premio N.I.C.E.» (15/12), con il film italiano premiato dal pubblico americano di New York, San Francisco, Washington e Philadelphia.