• Diminuisci dimensione testo
  • Aumenta dimensione testo
  • Print
  • Segnala questa pagina
  • RSS feed
  • Splinder
  • Badzu
  • Facebook

firenze, pisa e siena

Ddl Gelmini, universitari all'attacco

A Firenze erano più di 400 i lavoratori che hanno affollato l’aula magna del rettorato: dai ricercatori ai tecnici -amministrativi fino agli studenti. Assemblee anche a Pisa e Siena

L’appuntamento era stato annunciato da tempo, e in molti hanno risposto all’appello. Il mondo dell’Università, questa mattina, si è incontrato per denunciare uno stato di precariato che riguarda tutte le categorie, o quasi, e chiedere una risposta al Governo in vista della discussione, domani mattina, del ddl Gelmini sugli Atenei al Senato. A Firenze erano più di 400 i lavoratori che hanno affollato l’aula magna del rettorato. Nessuna occupazione, come era stato annunciato, poiché il Rettore Alberto Tesi aveva concesso l’utilizzo degli spazi, ma una protesta pacifica che si inserisce nell’ambito di una settimana di mobilitazione nazionale promossa proprio contro il disegno di legge governativo. Presenti tutte le organizzazioni sindacali e di categoria, ognuna orientata verso la denuncia dei propri problemi.

Partiamo dai ricercatori. Da circa un mese, in molte facoltà, i ricercatori precari hanno annunciato il blocco della didattica, cioè dei corsi tenuti proprio da queste figure, a partire da settembre prossimo. Il motivo è la scomparsa, prevista nel ddl Gelmini, della figura dei ricercatori a tempo indeterminato: «Tutti gli anni di lavoro, di sacrifici, sono stati un regalo che i colleghi hanno fatto allo Stato, non riconosciuto – afferma Francesco Grasso, del coordinamento ricercatori, e docente a ingegneria - Ora i ricercatori saranno a tempo determinato, potranno esercitare per un massimo di sei anno, poi possono essere trasformati in professori ordinari, oppure saranno costretti a lasciare l’incarico. Nel primo caso passeranno davanti a chi è dentro l’Università da anni. La figura professionale da noi rappresentata, cioè quella dei ricercatori a tempo determinato non sappiamo che fine farà». «Fino ad oggi abbiamo accettato di tenere corsi di studio gratis per l’Ateneo, cioè abbiamo insegnato senza stipendio – precisa Ilaria Agostini, ricercatrice e docente precaria ad Architettura – Sono più di 200 solo nella mia facoltà i corsi tenuti da ricercatori senza retribuzione, ma non si può continuare così, non abbiamo diritti, non rientriamo nel sistema pensionistico, non vediamo un futuro. Finora abbiamo accettato la situazione in vista di una stabilizzazione futura, ma non sappiamo se mai avverrà e chiediamo risposte concrete».

Accanto a loro, anche i tecnici-amministrativi, 97 persone che da tempo attendono di essere stabilizzati da parte dell’Ateneo, senza però avere risposte precise. E i lettori di scambio: «Teniamo corsi di lingua inglese – sottolinea John Gilber, componente Rsu di Ateneo e docente di letteratura inglese da 23 anni – e dovremmo essere equiparati ai docenti. Invece, il nostro contratto prevede che parte della componente economica, circa il 60%, sia a carico degli enti locali e non dello Stato. Soldi che le Università hanno deciso attualmente di tagliare. Ai nostri colleghi di Siena, viene pagata solo la parte di stipendio statale. Qui a Firenze, la componente integrativa non verrà più conteggiata né per il Tfr, né per la pensione, e per ogni giorno di malattia, c’è un taglio del 60% della retribuzione».

Preoccupazioni, dubbi, cui si sommano quelle degli studenti, che hanno chiesto a gran voce un’università pubblica e il riconoscimento del diritto allo studio, come fondamentale: «Per investire nel futuro occorre privilegiare il sapere», hanno sottolineato. Assente il rettore Tesi, che non è intervenuto, nonostante le molte richieste di confronto da parte dei lavoratori presenti. Al termine dell’incontro, intorno all’una, in diretta video con l’assemblea dell’Università di Siena, è stato approvato un documento, in cui si ribadisce la volontà di dare vita ad altre iniziative volte ad impedire l’attuazione del ddl Gelmini e dei provvedimenti a esso connessi.

L’assemblea di Pisa ha approvato una mozione nella quale chiede al rettore Marco Pasquali di «procedere all’assunzione degli stabilizzandi e di revocare i provvedimenti di prepensionamento coatto contro i ricercatori e di perseguire per essi una soluzione concordata e volontaria come per associati e ordinari». La mozione chiede inoltre «un chiaro pronunciamento da parte degli Organi di governo sui contenuti del disegno di legge sulla riforma dell’università in discussione al Senato e l’avvio sin da subito delle procedure per i concorsi per ricercatore».

Elisa Assini
18 maggio 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA

Non è possibile
inviare commenti
a questo articolo
Commenta la notizia CONDIVIDI LE TUE OPINIONI SU CORRIERE FIORENTINO.IT
0
Leggi tutti i commenti
Pubblicità

SERVIZI A firenze

Tutte >
VETRINApromozioni
FOTOGALLERY

Il meraviglioso volo dell’Ibis eremita

201428 settembre 2014

Piazza Duomo invasa dai cuscini

201428 settembre 2014

E la città scopre la «neve» a settembre

201428 settembre 2014
  • Seguici su Twitter e diventa nostro follower.Riceverai le notizie su Firenze in tempo reale
  • Clicca "Mi piace" e diventa nostro fan. Invia una mail con la tua foto di Firenze. Diventerà la copertina della fanpage