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Siena inaugura l'anno accademico
«Valutiamo se costituirci parte civile»

Il rettore sull'inchiesta: «Gli organi di governo valuteranno, nel momento in cui la procedura giudiziaria lo consentirà, l'eventualità che l'Ateneo si costituisca parte civile nel dibattimento»

SIENA - Inaugurato nell'Aula magna del Palazzo del Rettorato, il 771/o anno accademico dell'Università di Siena, alla presenza delle autorità locali. L'offerta formativa prevede 36 corsi di laurea triennale, 30 di laurea magistrale, 5 di laurea magistrale a ciclo unico e normativa Ue, due di laurea magistrale e 4 curricula in lingua inglese, con due corsi interateneo con l'Università di Firenze, uno triennale e uno magistrale. I 3970 nuovi studenti immatricolati, secondo i dati provvisori, rappresentano una crescita di oltre il 40% rispetto all'anno scorso, quando il totale degli studenti iscritti fu di 17430, ma il dato risente di un aumento eccezionale in alcuni corsi di studio nelle facoltà di farmacia e scienze matematiche fisiche naturali, depurando le quali si registra comunque un aumento del 7% degli immatricolati.

IL PIANO DI RISANAMENTO - Nell'ambito del piano di risanamento «Unisi 2015» sono stati ridotti da 42 a 17 i dipartimenti e del 23% il numero dei corsi di studi secondo criteri di razionalizzazione, è stata avviata la riduzione dell'offerta formativa per i poli di Grosseto e Arezzo, saranno bandite solo le borse di dottorato finanziate da fondi esterni, con la riduzione da 33 a meno di 20 dei corsi di dottorato di ricerca. Hanno aderito alla mobilità volontaria 50 lavoratori del personale tecnico amministrativo, è stato chiesto ai professori di ruolo l'innalzamento a 120 ore dell'obbligo di impegno orario per ridurre il ricorso a docenti a contratto, sono state avanzate circa 70 richieste di prepensionamento da parte dei docenti, circa il 30% degli aventi diritto agli incentivi, consentendo un ulteriore risparmio nelle spese per il personale.

L'INCHIESTA - «Gli organi di governo valuteranno, nel momento in cui la procedura giudiziaria lo consentirà, l'eventualità che l'Ateneo si costituisca parte civile nel dibattimento». Così Angelo Riccaboni, rettore dell'Università di Siena, si è espresso durante il suo discorso all'inaugurazione del 771/o anno accademico dell'Ateneo senese, una settimana dopo la comunicazione della chiusura dell'inchiesta da parte della magistratura sul dissesto finanziario dell'istituzione, con 18 avvisi di garanzia per il filone principale. «È chiaro a tutti che la pesante situazione finanziaria, per troppo tempo tenuta nascosta, è anche frutto di errori, comportamenti inaccettabili e omissioni nei controlli. Abbiamo fiducia nel complesso lavoro che la magistratura sta svolgendo», ha aggiunto Riccaboni, sulla cui elezione nei giorni scorsi è stata chiusa un'altra inchiesta con dieci avvisi di garanzia riguardo a presunte irregolarità nelle votazioni.

IL BILANCIO - Al 31 dicembre 2010 le casse dell'Ateneo hanno un disavanzo di amministrazione di 37,8 milioni di euro e mutui accesi per 95 milioni, «ma la criticità più preoccupante sono i 18 milioni di disavanzo di competenza 2010 - ha detto Riccaboni nel suo intervento applaudito dai presenti -. È una situazione pesante da gestire a cui ho dedicato quasi tutto il mio primo anno. E avremo difficoltà strutturali ancora per i prossimi 18 mesi col rischio di crisi di liquidità: le misure messe in atto richiedono tempo». Al di là di alcuni volantini goliardici distribuiti fuori dall'Aula magna, non c'è stata nessuna reazione degli studenti alla chiusura dell'inchiesta, neppure nel discorso del loro rappresentante Andrea Greco. Più caldi i toni di Lorenzo Costa, rappresentante del personale tecnico e amministrativo, applaudito dai lavoratori presenti in sala: «Ci auguriamo che ci sia un processo prima possibile, per chiarire chi ha fatto errori e chi coscientemente e con costanza ha leso l'Ateneo. Si deve ammettere che qualcosa non ha funzionato in questi anni, ci deve essere un punto di rottura col passato che l'anno scorso non c'è stato, anzi per molti versi è parsa una restaurazione. E i nostri servizi sono visti come una zavorra, invece che come una risorsa».


21 novembre 2011

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