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Dieci progetti contro la crisi del Polo

Una delle novità odierne è che cinque spin off, grazie a partner privati, entro la fine del 2011 si trasformeranno in azienda, dando lavoro a una trentina di laureati

SESTO FIORENTINO – Professori che pagano di tasca propria le ricerche e dottorandi che passano anche 12 ore al giorno in laboratorio per portare avanti i progetti. Al Polo Scientifico di Sesto se le inventano davvero tutte pur di affrontare una crisi che ha lasciato l’Università senza fondi e, per certi versi, senza speranze. E a rimetterci, come spesso accade, sono gli studenti migliori che si trovano nelle condizioni di fuggire all’estero o di sacrificare tempo e finanze personali pur di lavorare nel campo nel quale si sono formati. Per affrontare questo drammatico periodo di depressione economica i ricercatori sestesi scendono in campo presentando dieci progetti d’impresa (che vanno a sommarsi ai 21 dello scorso anno). Una delle novità odierne è che 5 spin off, grazie a partner privati, entro la fine del 2011 si trasformeranno in azienda, dando lavoro a una trentina di laureati.

I progetti attualmente in fase di pre-incubazione abbracciano diversi campi: Agraria, Chimica, Scienza della Terra, Ingegneria Marittima, Elettronica e Telecomunicazione e anche, per la prima volta, Lettere. Oltre al supporto dell’Unifi, i giovani imprenditori in erba possono contare su un fondo triennale messo a disposizione dalla Regione Toscana, dal know out dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e di Confindustria. Tra i progetti, assolutamente innovativi, che presto potrebbero essere immessi sul mercato - e che offrono un ampio ventaglio di applicazioni - c’è quello messo in piedi dal Dipartimento di Scienza delle Produzioni Vegetali che riguarda la lotta all’inquinamento atmosferico: «Abbiamo sviluppato – afferma Stefano Vaglio, uno dei ricercatori – un sistema che permette di ridurre i gas serra piantando alberi soprattutto nel Terzo Mondo o attraverso stufe che utilizzano sostanze pulite. Questo progetto – aggiunge – genera crediti di carbonio certificati da organismi internazionali che potranno anche essere commercializzati con grandi prospettive di sviluppo».

Il professor Alberto Brandi del dipartimento di Chimica, insieme ai suoi ragazzi, ha realizzato uno studio sulla produzione del biodiesel, non ricavato da oli alimentari: «La nostra innovazione – dice – è aver trovato un reagente della chimica mai utilizzato per questo scopo. Attraverso questo processo inventato da noi sarà possibile utilizzare oli di scarto senza doverli trattare». Tra i nuovi 10 progetti che aspirano a diventare impresa troviamo anche la progettazione di sistemi di abbattimento acustico per il settore industriale e motociclistico: «Abbiamo ricevuto numerose richieste da importanti aziende italiane che realizzano moto e autovetture – afferma soddisfatto Giulio Lenzi, dottorando in Acustica – perché i software attualmente sul mercato non funzionano. I nostri, al contrario, sono tecnologicamente avanzati e rispondono alle esigenze delle varie industrie del settore». Chiara Pettenati, ricercatrice in telecomunicazioni, infine, ha presentato un sistema che permetterà di gestire, senza alcun errore umano, le cartelle cliniche dei pazienti ricoverati in ospedale. «E’ una tecnologia di tipo web che rende il servizio sanitario capillare ed efficace. Questo metodo è attualmente utilizzato nell’88% delle strutture toscane». Ad affiancare i gruppi che lavorano sugli spin off ci sono gli studenti del corso di Economia ai quali tocca il compito di valutare fattibilità, costi e adattabilità alla realtà italiana.

Antonio Passanese
24 ottobre 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA