universita'
La goliardia fa lezione
Dopo un lungo sonno, tornano gli «ordini» in Ateneo. A Firenze undici gruppi, ma per ora sono solo tre quelli che hanno ripreso
Il Princeps Sovrano Gran Maestro Marco Manetti del Sovrano e Commendevolissimo Ordine Goliardico di San Salvi ha deciso di abdicare. E così i principi dovranno nuovamente riunirsi — a distanza di due anni — per decidere chi (tra di loro) succederà alla guida dell'ordine goliardico sovrano dell'Ateneo fiorentino. Il più antico d'Italia, fondato nel 1926 e «caduto in sonno» solo durante il periodo fascista, quando gran parte delle associazioni studentesche furono soppresse. Per tornare in auge subito dopo la guerra per volontà di Alvaro Vannini, docente di Lettere all'Università di Firenze. Assieme agli altri ordini, uno per ogni facoltà: da Giurisprudenza con il Placido Ordine della Vacca Stupefatta (Podvs) ad Economia con il Serenissimo Ordine Goliardico della Lira, da Scienze Politiche con il Sacro e Privato Ordine del Cilindro ad Ingegneria ed Architettura, unite sotto il segno del Fecondo e Calcinoso Ordine della Cazzuola.
Ricordi di una Università (e di un mondo accademico) passato? «Sposo la teoria dei corsi e ricorsi storici e da goliardo quale sono stato e rimango tutt'ora penso che questa ‘scuola di vita' è definitivamente ritornata», Jacopo Aldighiero Caucci Von Saucken insegna Lingua Spagnola alla facoltà di Giurisprudenza a Firenze, è un anziano del Podvs, uno dei tanti docenti in passato goliarda. E tra i pochissimi ad ammetterlo: «È continuità con il passato che ha sempre fatto di Firenze la patria della goliardia, è possibilità di riconoscersi in simboli, è sviluppo di un grande senso di appartenenza. Che ti resta per tutta la vita». E soprattutto che ritorna. L'annus horribilis è stato l'inizio del nuovo secolo: otto degli undici ordini goliardici caddero in sonno. L'inizio del decennio segna invece la ripresa, all'insegna della rivalità tra gli ordini di Giurisprudenza ed Economia. Pur venerando le stesse divinità: Bacco, Tabacco e Venere. Nonostante il condiviso rispetto delle gerarchie. Anche se ugualmente ispirati dagli stessi principi: «Cultura e intelligenza, da cui nascono poi i tratti distintivi della goliardia: libertà di pensiero, dileggio del potere, beffa. Mentre genialità e creatività ti permettono di aggirare quel ferreo ordine gerarchico che ci contraddistingue, e che è pura derisione di quella che si ritrova nella vita di tutti i giorni», racconta Riccardo Volpi, Gran Corno del Placido Ordine della Vacca Stupefatta, che leggenda vuole essere stato fondato davanti (appunto) a una vacca che esclamò «Oibò», che ne divenne così il motto.
Rivali quando occorre: il Podvs contribuì al «rapimento» (il giorno prima della laurea) dell'allora «capo» dell'ordine di Economia, Marco Manetti, ad opera dell' «erotico e cencioso ordine goliardico del Chiavaccio» di Prato. Uniti quando serve: a maggio, dopo ben quindici anni, è stata organizzata la tradizionale «Festa della matricola». Sarà così anche quest'anno: perché i goliardi sono tornati: «Eravamo in cinque appena due anni fa: ora siamo in venti, siamo tornati con cappelli e mantelli nella facoltà, ogni settimana al nostro ‘consesso' ci sono ‘processi' e ‘battesimi'». Sua altezza serenissima Andrea Ferravante 19° protospatario di Serenissimo Ordine goliardico della Lira, principe di Villa Favard, con il suo regno ha contribuito alla rinascita della goliardia fiorentina. E così ad Economia è tornata anche la «lezione finta», grazie al placet dei docenti del corso di Economia Aziendale che hanno concesso dieci minuti a un «finto assistente», che fotografando matricole ignare (allo scherzo e delle risposte da dare ad assurde domande) aggiungeva: «Mi ricorderò di lei all'esame». La prossima burla avrà rilievo nazionale: a metà mese gli ordini di tutti gli atenei italiani s'incontreranno a Padova. Dove lanceranno una raccolta firme per proporre un referendum che riapra le case chiuse. E un messaggio chiaro: i goliardi son tornati.
Gaetano Cervone
03 novembre 2011(ultima modifica: 10 novembre 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA
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I sinistri urleranno subito: ecco il riflusso! Ma che non sia piuttosto che gli universitari fiorentini si siano stufati dei noiosissimi collettivi studenteschi, del camminare squinternato dei rasta, dei pantaloni sdruciti e piuttosto sporchino, dei piercing trafiggenti lobi, lingue, labbra, e, anche il cervello? Se fosse vero sarebbe davvero una gran rivoluzione culturale!
Che bel periodo con Nicola XV nuc et semper £ira £ira
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