Milano, 1 giugno 2012 - 18:35

Generazione Europa

La due giorni dedicata all'Unione per 54 studenti in rappresentanza di 27 università: «Ma l'importanza l'avverte solo chi la studia»

di Gaetano Cervone

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L’Europa ha bisogno dei suoi giovani per ripartire, anche perché la generazione Europa c’è, ci crede e si mette in gioco per ridare slancio ad un percorso che attraversa una fase delicata. E la generazione Europa si è data appuntamento a Firenze, per una due giorni - conclusasi venerdì - che in occasione del venticinquesimo anniversario del programma "Erasmus" organizzato dalla Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" e dal Centro di eccellenza Jean Monnet dell’Università di Firenze, ha visto 54 studenti in rappresentanza di 27 università (una per ciascun paese membro) presentare e discutere con diversi eurodeputati le proprie idee di cambiamento. Più che una semplice (e auspicata) partecipazione dal basso, piuttosto veri e propri programmi ben dettagliati, suddivisi per vari ambiti.

Tre i rappresentanti della delegazione italiana, tutti studenti del curriculum Studi Europei della laurea magistrale in Relazione Internazionali e Studi europei, partecipanti ai lavori che ha visto intervenire anche l’eurodeputato, ed ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici. «Con i colleghi ci siamo interrogati su cosa proporre al Parlamento europeo ed abbiamo convenuto che la scelta migliore era proporre qualcosa di effettivamente concreto, che da oggi al domani possa diventare anche legge» spiega Stefano Gris, 24 anni, bellunese ed europeista convinto. E così dopo un mese di ricerche, studi e giornate interamente dedicate alla proposta di legge, è nata l’idea di sviluppare - finalmente - un’etichettatura nuova ed universale per ogni tipologia di prodotto riciclabile, in modo da aiutare il cittadino - che agirà secondo le corrispondenze tra etichetta del prodotto e contenitore - nella raccolta differenziata, ad oggi diversa anche tra le città italiane: «Si fa qualcosa di concreto e si aiuta l’ambiente: l’Europa si costruisce giorno dopo giorno, ed anche così» riflette Arianna Idini, fiorentina venticinquenne, anche lei europeista convinta, dunque dispiaciuta di un’aula magna del Polo di Novoli con qualche posto libero di troppo: «Il problema è che l’importanza dell’Europa l’avverte solo chi la studia e considerando che nel nostro corso siamo in dodici…». Ma c’è anche dell’altro: «I media ne parlano poco e male, e la politica scarica le colpe di tutto sull’Unione Europea: è chiaro che percezione ed interesse ne subiscono le conseguenze» riflette Marco Brunamonti, fiorentino, 26 anni, e grande ammirazione per i colleghi inglesi e tedeschi, «i più convinti sostenitori dell’importanza dell’Europa e della necessità della sua unità e solidarietà».

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