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il caso

I prof e lo sconto dei bus
«Aiuteremo gli studenti»

L'Ateneo rende noto che «solo il 20 per cento degli abbonamenti è stato acquistato da docenti e ricercatori, il resto dal personale tecnico». Misure allo studio

«Non siamo l’Ateneo dei baroni: l’accordo con l’Ataf risponde ad una politica aziendale, cosa ben diversa dai servizi agli studenti». L’Università di Firenze si difende dopo la notizia sull’accordo con l’Ataf che garantisce a tutti i dipendenti, docenti compresi, la possibilità di acquistare a 60 euro un abbonamento annuale per l’utilizzo di autobus e tramvia. Un’agevolazione che ha riscosso grande successo (750 i tagliandi già staccati) tra gli uffici, ma che ha mandato su tutte le furie gli studenti esclusi dall’accordo e costretti a pagare dai 150 ai 185 euro. I più duri sono i Collettivi, che hanno attaccato i docenti ordinari, «veri privilegiati in questa storia». Per tutta risposta l’Ateneo rende noto che «solo il 20 per cento degli abbonamenti è stato acquistato da docenti e ricercatori, mentre la restante parte riguarda il personale tecnico», sottolineando che «la decisione risponde al decreto Ronchi e al contratto collettivo nazionale di lavoro».

Insomma: da un lato le politiche per i dipendenti, dall’altro i servizi agli studenti, per i quali l’Ateneo rivendica «di fare già molto: la rata d’iscrizione in prima fascia è tre la più basse in Italia». Ciò nonostante, sul fronte trasporti da piazza San Marco assicurano che «sono allo studio diverse ipotesi, ma considerando che gli studenti sono oltre cinquantamila, la questione è articolata». L’obiettivo è comunque garantire agevolazioni già dal prossimo anno accademico, anche perché - pur difendendo la scelta (e le ragioni) dell’Università - sono gli stessi docenti a chiederlo: «È una politica giusta, ma è anche vero che rischia di passare male se detta così, se non associata alle rassicurazioni che presto verrà fatto qualcosa anche per gli studenti» confessa Ivano Bertini, direttore del Cerm «Ma se il rettore lo ha assicurato, sono convinto che sarà così». Dello stesso avviso Vincenzo Majer, docente di Psicologia del Lavoro, per il quale «non vanno contestate le agevolazioni per qualcuno, perché piuttosto che puntare al ribasso, occorre garantire il rialzo», mentre il preside della facoltà di Economia Francesco Giunta, pur non entrando nel merito dell’accordo (che non conosce), invita a riflettere su un paradosso: «Perchè le decisioni a favore dei propri dipendenti in altre aziende sono ben accolte, mentre nell’Università sono giudicate diversamente solo perché escludono gli studenti?».

Gaetano Cervone
11 aprile 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA

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