Milano, 11 maggio 2012 - 21:04

Lettere chiude alle 13 per bloccare la festa

Il preside: «Ho deciso di dare un segnale, certamente non è un modo ragionevole di governare questa situazione che si ripete il venerdì alla solita chiusura»

di Gaetano Cervone

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Questa volta il tradizionale rischio festa e conseguenze di disturbo ai residenti di piazza Brunelleschi (e danneggiamenti al chiostro della facoltà di Lettere e Filosofia) è stato scongiurato. Perché il preside Riccardo Bruscagli venerdì alle 13 ha disposto la chiusura anticipata dei cancelli della Facoltà, dove per le 22.30 avrebbe dovuto tenersi una festa studentesca non autorizzata: «Ho deciso di dare un segnale, certamente non è un modo ragionevole di governare questa situazione che si ripete il venerdì alla solita chiusura, con i responsabili della sicurezza costretti a non poter chiudere la Facoltà per la presenza di gruppetti al proprio interno»spiega il Preside.

Parla di extrema ratio Bruscagli, che non vuole dire di sentirsi isolato. Ma quasi: «Dopo l’ultimo episodio di marzo, dove abbiamo subito anche danneggiamenti al chiostro e vivaci rimostranze da parte dei cittadini, ho scritto una lettera ai vigili urbani, all’assessore al decoro, al rettore, al Questore. Al momento ho avuto risposta solo dal Questore» spiega Bruscagli, comprensivo sui tempi di risposta dei destinatari («sono passate solo poche settimane, sono fiducioso»), ma un po’ rassegnato sulla soluzione (almeno immediata) del problema: «La chiusura anticipata è un segnale che ho voluto lanciare soprattutto ai residenti, per mostrargli – dopo un primo confronto avuto i giorni scorsi – che non siamo indifferenti alla cosa, ma è chiaro che il problema è grosso e bisogna adottare soluzioni giuste e articolate, ma resta la linea adottata con il rettore, ovvero non ricorrere alle forze di polizia».

La strada che Bruscagli intende seguire è quella del confronto: «Altri gruppi possono testimoniare che dietro autorizzazione e certe garanzie siamo sempre disponibili a far utilizzare sedi del Polo. Occorre dunque avviare un confronto con tutti, dai residenti agli organizzatori». Dice di «non volere buttare il pallone dall’altra parte, in modo che intervengano altri organi nel caso in cui la festa si sposti in piazza e non nella Facoltà», ma allo stesso tempo «bisogna prendersi carico del problema». Per gli studenti chiudere la sede per bloccare una festa «è assurdo, la didattica non può essere interrotta»

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