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nel decreto milleproroghe

La carica dei futuri maestri
ai quali la laurea non vale più

Gli studenti immatricolati nell'anno accademico 2008/2009 a Scienze della Formazione Primaria si ritroveranno con una laurea che non concede più l'abilitazione all'insegnamento

Illusi e poi delusi, «ma soprattutto ingannati». E con una laurea che – assicurano gli studenti – non ha più senso prendere. E' una “mazzata” per gli universitari iscritti a Scienze della Formazione Primaria il via libera delle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato al decreto legge milleproroghe. Gli studenti immatricolati dall'anno accademico 2008/2009 si ritroveranno, infatti, con una laurea che non concede più – diversamente da quanto previsto al momento dell'immatricolazione – l'abilitazione all'insegnamento.

Una storia che parte da lontano, ma nonostante le proteste (e le promesse) in questi sei mesi l'esito è rimasto uguale: in graduatoria per avere una cattedra iscritti e laureati prima del 2008, fuori (e destinati ad una vita da precari) tutto il resto. Con regole del gioco cambiate durante la partita. Sono più di 1300 gli “(ex) futuri maestri” iscritti all'unico corso di Scienze della Formazione Primaria in Toscana, che ha sede a Firenze (con sedi distaccate a Carrara e Livorno). Oggi il proprio futuro lavorativo – e per gli altri 20 mila colleghi in tutta Italia – è sempre più incerto: «Non ha più senso continuare gli studi, non ha più senso che ci siano ancora i corsi di Scienze della Formazione se la laurea conseguita non ci permette l'accesso nelle graduatorie: è un'ingiustizia, oltre ad essere una vergogna».

Veronica Santonastaso è la referente in Toscana del “Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati e Abilitandi per la Gae”, il cui acronimo sta per “Graduatorie ad esaurimento”. E' iscritta al III anno a Scienze della Formazione, è stata la firmataria di tante lettere scritte a politici, presidi e giornali per denunciare «l'ingiustizia e l'abbandono di cui siamo vittime», era in piazza nel ventilato (e freddo) sabato di protesta al Duomo, assieme a tante colleghe anche mamme, che oggi possono anche dire addio ad un futuro da insegnanti e rassegnarsi alle supplenze a vita. In passato la laurea in Scienze della Formazione consentiva l'accesso nelle graduatorie permanenti per il personale docente ed educativo, a cui – anche senza laurea – si poteva accedere tramite concorso. Nel 2007 il Ministero decide di chiudere e mettere ad esaurimento le graduatorie, decretando – in via del tutto eccezionale – la riapertura delle graduatorie solo per i circa 21 mila docenti immatricolati nell’anno 2007/2008. Mentre il D.M. n. 44 del 12 maggio 2011 non prevede più la possibilità di nuove inclusioni da parte di chi ha conseguito o sta per conseguire l’abilitazione all’insegnamento.

Promesse, dibattiti parlamentari, emendamenti accolti (e bocciati) che hanno tenuto i futuri maestri (precari) col fiato sospeso, prima della decisione della Commissione martedì: fuori gli iscritti dal 2008 in poi (con eccezioni di quelli che hanno già conseguito la laurea quadriennale, seppur immatricolati dopo il 2008). Era stato il voto alla Camera a ridare speranza agli studenti, poiché l'emendamento Russo (Pd) riapriva le graduatorie consentendo l'ingresso a tutti, prima del veto della Lega Nord e la “mediazione” a firma del Governo, che prevede una “fascia aggiuntiva” alle graduatorie solo per gli iscritti dal 2008 in poi che hanno già conseguito la laurea. «Un contentino, perchè in pochi in tempi record sono riusciti a conseguire già il titolo. Oppure coloro che avevano già una laurea ed hanno fatto solo pochi esami - spiega Santonastaso, che annuncia - Come se ci avessero condannati, dopo che ci hanno abbandonato. Tutti, compreso l'Ateneo. In molti non continueranno gli studi, perchè ormai questa laurea non serve più a nulla». Il provvedimento milleproroghe dovrà essere approvato in tempi brevi da Palazzo Madama per tornare a Montecitorio in terza lettura. Il decreto legge scade il 27 febbraio. L'ultima (ma forse vana) speranza è l'interpretazione a cui potrebbe essere soggetta la nuova normativa. Oppure che nel passaggio alla Camera il testo possa essere ulteriormente modificato. Ma gli studenti, ormai, hanno perso ogni speranza.

Gaetano Cervone
15 febbraio 2012(ultima modifica: 17 febbraio 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2
E allora?
17.02|17:08

Scusate dove sta' la notizia? State certi che verra' fatta una bella sanatoria come ai tempi della SSIS, dove sgangherati aspiranti alla cattedra ottenevano il posticino, magari con il minimo dei voti (perché' bocciare NON si DEVE) e subito pronti a massacrare i cervellini dei giovani studenti medi. Si sa in Italia il pezzo di carta e' una dote (si diceva una volta) e soprattutto DEVE avere valore legale: della serie "ho studiato? ho preso il pezzo di carta con tanto di bollo a stelle a cinque punte (non le BR, ma quello della Repubblica)? E allora, anche se ho preso tutti 18, HO diritto al posticino, in questo caso, di maestro/a. Voila' i miracoli dello STIVALE!

o,o,o o,,,o
16.02|11:03

Orbene ,,,insomma non e' per ricordare il buon (quando mai) tempo passato ,ma ecco i ricordi risalgono come rigurgiti da uno stomaco acido ,ricordi di grembiuli neri di colletti bianchi e fiocchi azzurri ,oddio mi sembrava di uscire dal libro cuore, poi si saliva scale diverse ,magari in un quartiere diverso , i figli dei ricchi (come citava P Villaggio) tutti fini biondi e occhi azzurri, e il golfino giusto, i primi Ciao o vespa chi mangiava le mele ,poi ancora le lotte e l'arrivo all'universita' ,e poi botte e botte,sangue odio ,e laurea ,Insomma tutto normale con scadenze ovvie e TITOLI precisi ........POI IL CAIOS ,,s'inizzio' con la (cavolata) della laurea breve .poi s'inventarrono istituti ridicoli ,come quello che studiava soltanto sedute o letti per formiche e affini,.quel bel MAZZO che ci facevamo per raggiungere quel foglio (in carta semplice o in pergamena),si riduceva a francobolli di sapere ,l'arch specializzato in gabinetti quello nel riscaldamento ,ecc ecc ,l'impossibilita' di riconoscersi l'impossibilita' di ESSERE ,piu' che la mancanza di fondi,a distrutto l'universita' la parcellazione ,vi ricordate ? UNITI SI VINCE. divisi ci an disintegrato ,il potere a preso vantaggio. Chiaro il motivo ,e molto piu' facile controlare 300 studenti a sesto che s'incavolano, che 2000 studenti a s CLEMENTE ( che ora venderanno)

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